Casa delle donne, ancora scontro sulla chiusura

Casa delle donne, ancora scontro sulla chiusura
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Lunedì 21 Maggio 2018, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 13:15

L'incontro in Campidoglio sul futuro della Casa delle Donne «Non è andaoa bene dal nostro punto di vista - ha fatto sapere la presidente Francesca Koch - L'unico dato positivo è che c'era anche la sindaca. Loro dicono che si troverà una soluzione ma anche che il bando si farà. La posizione della sindaca soprattutto all'inizio era di totale sostegno alla mozione Guerrini per noi molto pericolosa. Abbiamo insistito per parlare dei nostri temi. L'assessore al Patrimonio si è impegnata a non effettuare alcuna azione di sgombero e dobbiamo crederlo». 

La Casa Internazionale delle donne, che da 30 anni ha sede in uno stabile comunale a Trastevere, è gravata da debiti proprio nei confronti dell'amministrazione comunale. La scorsa settimana il Consiglio comunale ha votato una mozione per la trasformazione del centro in un polo gestito da Roma Capitale con cui le associazioni potranno collaborare tramite bandi. 

 

 


«Questa amministrazione non intende chiudere la Casa delle Donne né intende procedere allo sgombero -scrive la sindaca di Roma Virginia Raggi su Facebook - Cosa vogliamo fare? Rilanciare il progetto attualizzandolo rispetto alle mutate condizioni», aggiunge la sindaca facendo riferimento alla condizione delle periferie. Per la sindaca «il contenuto della mozione votata in aula dai consiglieri M5S è stato strumentalmente capovolto per far passare la tesi contraria».

La Casa delle Donne ha accumulato «un debito di oltre 800mila euro in 10 anni, nonostante abbia beneficiato di un abbattimento del 90% del canone concessorio - ha aggiunto Raggi - Ricordo che l'associazione ha ottenuto uno sconto ulteriore rispetto a tutte le altre associazioni (altrettanto meritorie, che svolgono ad esempio servizi in favore dei disabili, delle persone con la SLA, dei bimbi autistici, ecc.) che invece hanno un abbattimento dell'80% di detto canone», precisa Raggi. «Tale tema, tuttavia, non può e non deve interferire con le finalità del progetto che deve essere sviluppato sulla Casa e sarà giustamente oggetto di valutazioni separate», conclude al sindaca.

 


«Nessuno vuole chiudere la Casa internazionale delle donne, nella mozione non c'è scritto questo - ha spiegato il vicesindaco di Roma Luca Bergamo - Penso che ci sia un fatto indiscutibile ovvero che l'attuale modello di gestione abbia delle difficoltà economiche forti. È una realtà di fatto, dunque c'è la necessità di mettersi tutti quanti a sedere perché si trovi un modello di gestione che sia sostenibile per tutti quanti e che non porti chi ha gestito quel luogo a essere inadempiente». 

Intanto alcune manifestanti stanno protestando in piazza del Campidoglio contro il rischio chiusura e contro la sindaca Raggi al grido di «Vergogna».  

«Le portavoce e i portavoce del M5S romano rifiutano di essere rappresentati come fascisti senza cultura che ignorano il valore storico e simbolico incarnato dalla Casa Internazionale delle Donne, come certa stampa e certi personaggi politici o politicizzati stanno ripetutamente facendo in questi giorni - scrive su Fb la senatrice M5S Alessandra Mariorino - Nessuno intende chiudere la Casa, e nessuno ha dato al Consorzio titolare della sua gestione lo 'sfrattò, come pure si legge da più parti. La questione è più complessa di così, e investe il tema della trasparenza nella sua accezione più ampia.
Il consorzio infatti si impegnava nell'accordo firmato con l'amministrazione nel 2003 a relazionare regolarmente sulle attività svolte all'interno della struttura ad un organismo di Verifica e Garanzia appositamente disposto. Dal 2003 ad oggi esiste una sola relazione in merito, datata 2007. Nessuno degli organi amministrativi e politici deputati al controllo aveva finora mai eccepito nulla
». 

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