Biden a Roma per lo shopping, Capitale in tilt

Biden a Roma per lo shopping, Capitale in tilt
di Mario Ajello
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Sabato 28 Novembre 2015, 11:58
Roma di nuovo come Bogotà. O come Karachi. O come qualsiasi altra capitale da mondo coloniale. In cui arriva il grande ospite - qual è ad esempio “L'americano tranquillo” nel celebre romanzo spionistico-politico-esotico di Graham Green - e tutto viene blindato e militarizzato. Fino all'inverosimile.

E fino, come è capitato stavolta, nel cuore fragile e affollato delle vie dello shopping. Ecco il vice-presidente degli Stati Uniti, John Biden, in visita istituzionale. Nel pomeriggio, vuole togliersi lo sfizio di fare acquisti a via Condotti, e la scena - tra le proteste dei turisti e dei romani, il blocco di ogni passaggio, l'atmosfera da occupazione - è questa: strada piena di mezzi corazzati, lunga coda di limousine blindate, suv ripieni di uomini incappucciati con mitragliatori e bombe a mano appese alla cintura, pulmini contenenti robocop e in cielo gli elicotteri che vigilano su possibili attacchi via terra o tramite droni.

A ogni spostamento di Biden attraverso l'Urbe, prima in Vaticano e poi al Colosseo con ampio spiegamento di super-scorte e corpi speciali, corrisponde più o meno questa scena. Ma nel tridente dello shopping fa ancora più impressione. Per la particolare conformità del luogo, per la densità dei cittadini che lo affollano in un venerdì pomeriggio; per la plateale rottura della normalità - cecchini compresi - di una città che già sta vivendo un momento di allarme a causa del terrorismo e deve convivere con sistemi di sicurezza e di controlli sul territorio assai rafforzati e diventati più invasivi del solito alla vigilia del Giubileo.

Un anno fa, quando il segretario di Stato americano, John Kerry, volle gustare una bistecca in un noto ristorante di via San Nicola da Tolentino, venne militarizzata l'intera area intorno a piazza Barberini. Adesso è capitato di peggio. Come in un b-movie guerresco nella realtà di una capitale che finisce in tilt. Vanno benissimo, ovviamente, le visite di Stato. Ma è il contorno che va curato molto meglio. Non si può maltrattare Roma come è accaduto ieri, aggravando il peso su una città già aggravata. Passi la visita super-blindata al Colosseo. Passi il fatto che, per attraversare la città, il corteo di auto americane ha bloccato il traffico. Ma come giustificare l'arroganza dell'occupazione manu militari di via Condotti, per la soddisfazione di uno sfizio personale di Biden?

Siccome l'Anno Santo sta per cominciare, e di visite importanti ne avremo tante nei prossimi mesi, sarebbe bene che le aspirazioni turistiche e ricreative degli illustri ospiti si rendessero compatibili con la vita dei romani e con il loro diritto ad abitare e a muoversi nella Capitale. Le sedi istituzionali per gli incontri ci sono, e spesso sono meravigliose; le opportunità di visitare i luoghi storici e i monumenti della Grande Bellezza, da parte dei leader religiosi o laici o di qualsiasi altra benvenuta personalità straniera, non mancheranno ma andranno ben gestite a cura di tutti senza improvvisazioni.

Ciò che bisogna evitare - ecco che cosa insegna la lectio Biden, ossia questo brutto inizio - è che Roma diventi una pista da corsa per cortei di super-auto blindate e una cassa di risonanza per sirene urlanti. Mentre i romani assistono in silenzio a uno spettacolo di impazzimento e di paralisi. E rischia di non esserci misericordia per loro, nel Giubileo della Misericordia.

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