Ater, debiti con Equitalia: le case popolari rischiano il pignoramento

Ater, debiti con Equitalia: le case popolari rischiano il pignoramento
di Fabio Rossi
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Martedì 3 Ottobre 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 08:17
Le case popolari dell'Ater di Roma sono a rischio pignoramento. Ieri è scaduta la seconda rata del debito che l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale della Capitale deve saldare a Equitalia a causa dell'Ici non versata negli anni passati nelle casse del Campidoglio: complessivamente 370 milioni di euro, di cui entro il 2 ottobre ne andavano versati 65. L'ente, che aveva aderito alla rottamazione delle cartelle decisa dal Governo, va così incontro a due conseguenze, entrambe potenzialmente nefaste: perde i benefici della rottamazione - quindi dovrà nuovamente pagare anche interessi e sanzioni sulle somme interessate - e, da oggi, è passibile di azioni esecutive da parte di Equitalia, che potrebbe pignorarne il patrimonio immobiliare e, in ultima istanza, chiedere l'avvio di una procedura fallimentare.

LE RISORSE
La rata scaduta ieri, composta in realtà da 17 diverse cartelle esattoriali, è stata saldata per circa il 50 per cento (poco più di 32 milioni) con risorse interne dell'Ater, dopo che la Regione si è detta non disponibile ad aiutare nuovamente l'azienda, come successo in occasione della prima rata, con anticipi di liquidità: in quel caso da via Cristoforo Colombo era arrivata una ciambella di salvataggio da 60 milioni (che l'Ater dovrà comunque rimborsare), ma in questo caso l'amministrazione regionale non ha anticipato gli altri 33 milioni richiesti. Ma la somma non è stata sufficiente ad assolvere gli obblighi a carico dell'ex Iacp, che così non potrà portare avanti la rottamazione.

LA TRATTATIVA
L'azienda delle case popolari, per recuperare somme utili ad evitare la morosità nei confronti di Equitalia, ha avviato un confronto con il Comune di Roma sui beni di proprietà dell'Ater ma utilizzati da anni, spesso anche da decenni, dall'amministrazione capitolina. A partire dal mercato Trionfale di via Andrea Doria e dal parco di via Sabotino, per i quali l'ente regionale chiede a Palazzo Senatorio 134 milioni di arretrati: il 18 ottobre è stato fissato il primo incontro della mediazione giudiziaria scelta come via per stabilire la giusta cifra che il Campidoglio dovrà corrispondere all'azienda.

GLI SVILUPPI
Adesso l'azienda spera che il Governo apra un'altra finestra per i debitori che hanno aderito alla rottamazione delle cartelle ma non sono riusciti a portarla a temine. «La situazione è grave - sottolinea Franco Mazzetto, direttore generale dell'Ater del Comune di Roma - Speriamo che si possa fare una sorta di ripescaggio di chi è riuscito almeno a avviare il pagamento delle rate. Noi lo abbiamo anche chiesto in modo esplicito, anche perché questa situazione di stallo ci blocca tutte le iniziative di sviluppo dell'edilizia pubblica residenziale che avevamo avviato, con le banche che inevitabilmente ci chiuderanno quelle linee di credito che ci stavano faticosamente concedendo».