Guida nel traffico con l'ansia di non perdere il treno. Clacson, insulti, Roma è un po' così la mattina nei suoi punti nevralgici. Maria, nome di fantasia, arriva finalmente a Stazione Termini, nodo ferroviario centrale della Capitale. Da Via Marsala, lunghe file e macchine in doppia fila, nota il parcheggio della stazione. Una grossa "P" e sotto la scritta in verde "Libero". Niente avvisi. O meglio, niente avvisi scritti in maniera leggibile. Perché accanto c'è un cartello con scritte bianche su fondo blu.
In alto campeggia la scritta "Roma Termini, via Marsala" che dà il dettaglio dei tempi e delle tariffe.
L'esosa sorpresa
La signora entra, sceglie uno dei posti liberi tra i trenta totali a disposizione e lascia la macchina. Corre a prendere il treno senza immaginare di aver aver sbagliato qualcosa. Forse avrà pensato che per il parcheggio a Termini funzioni come all'aeroporto di Fiumicino, dove le indicazioni sosta breve/sosta lunga sono segnalati da cartelli a caratteri cubitali al fine di avvicinare allo zero il margine d'errore.
L'errore lo constata il giorno dopo. Entrata nel parcheggio alle ore 16,38 del 26 novembre e uscita alle 18,05 del giorno successivo (25 ore e 27 minuti) portano Maria a dover sborsare 166 euro Iva compresa. Una sorpresa esosa che viene resa più amara dall'ulteriore scoperta: sul cartello all'ingresso nessuna indicazione per la sosta breve, ma nel pannello, in fondo in fondo, una riga segnala che la sosta lunga è poco dopo, a duecento metri, sempre in via Marsala, civico 53. Là i posti sono più di una trentina, per la precisione 932 e le tariffe sono, per fortuna, più basse: 19 euro per un "giorno solare".