Fori Imperiali, Guerri boccia il piano del Comune: «La Storia va rispettata, no ai chioschi da luna park»

Lo storico: «Danneggerebbe la città per chi la vive ogni giorno, ci lavora, si deve spostare»

Fori Imperiali, Guerri boccia il piano del Comune: «La Storia va rispettata, no ai chioschi da luna park»
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 11 Luglio 2023, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 21:34

«Ho letto il piano del Campidoglio sui Fori Imperiali e voglio ricordare una cosa: quando fu costruita via dei Fori Imperiali tutto il substrato archeologico venne distrutto. Basta pensare all’abbattimento della Collina Velia, un’altura di una quarantina di metri di altezza che era posta fra Colle Oppio e Palatino, che venne completamente rasa al suolo. Roma è una serie di “strati”: quello moderno su quello rinascimentale. Quello rinascimentale su quello medievale e bizantino. Quello bizantino su quello imperiale, repubblicano e così via. Ma la realizzazione di via dei Fori Imperiali ha cancellato una enorme fetta di queste preesistenze».Giordano Bruno Guerri, giornalista, scrittore, saggista, storico, sembra bocciare senza appello il progetto del «luna park per turisti» ai Fori Imperiali.

Lei parla di preesistenze cancellate, quindi?
«Quindi se il Campidoglio pensa di stravolgere via dei Fori Imperiali - come risulta dalle carte che avete pubblicato - per ridare centralità alle vestigia dei Fori, visibilità ai Fori, cosa pensa di tirar fuori oltre a quello che è già sotto gli occhi di tutti? Quale storia, quale archeologia? Cosa vogliamo dare di più a romani e turisti? Un passato vero e stratificato dal tempo o stiamo davvero pensando di preparare il terreno per una roba di cartapesta? E poi, ho letto anche dell’idea delle “contaminazioni” fra periodi e arti diverse.

Io dico che bisogna saperle fare queste cose, altrimenti vengono fuori delle cose raffazzonate e solo ideologiche. Quindi, per tornare alla sua domanda, è un progetto sbagliato perché è fuori dalla realtà, frutto di un pensiero di chi la città non la vive, soprattutto non la vive da turista, e che non tiene conto della realtà odierna che richiede la conservazione di via dei Fori Imperiali e la sua valorizzazione. Poi, avrei una domanda».

Quale?
«Ho letto gli articoli che Il Messaggero ha pubblicato sul tema. Non ho capito esattamente come il Comune vorrebbe declinare questa idea all’atto pratico. Perché è sbagliata la filosofia di partenza: non ha senso creare questa specie di parco giochi per turisti. Come dice una mia collega parlando di questa idea, è un progetto da parco a tema, non da Capitale. Un luna park triste, male organizzato, sporco e in mano a tutti i micro commerci para-legali che infestano tutta la città. Una Disneyland che sarebbe inevitabilmente di quarta categoria, semplicemente perché non la gestisce Disney». 

Se fosse come dice lei, un parco a tema nel bel mezzo dei Fori Imperiali sarebbe più un danno per la Capitale che altro. Che ne pensa?
«È esattamente così. Questo progetto danneggerebbe la città soprattutto per chi Roma la vive ogni giorno, ci lavora, ci si sposta, la vive in maniera quasi simbiotica, come fanno molti romani. Ma inevitabilmente la danneggerebbe anche per i turisti. Pensiamoci un attimo: che cosa faremmo vedere ai milioni di cinesi, americani, arabi che vengono ai Fori dall’altro capo del mondo per vedere la maestà dell’Antica Roma? Una specie di luna park fatto di chioschetti, di gazebo, di installazioni temporanee che nulla hanno a che vedere con la vera storia? Diciamo una cosa importante: la storia non si cancella. Ogni volta che lo si fa, si sbaglia. La storia va rispettata per quello che è, per ciò che ha prodotto. La prospettiva dei Fori Imperiali ci viene invidiata nel mondo anche per come è stata fatta. Se vogliono riqualificare i Fori, la strada potrebbe essere un’altra».

Ad esempio?
«Che si preoccupino della situazione di abbandono in cui vengono a trovarsi i turisti, che sono prede di “saltafila” abusivi, di finti gladiatori invadenti, di venditori di ombrelli se piove e bottigliette d’acqua se fa caldo, magari conservate al di là di qualunque norma igienico-sanitaria. Senza che vi sia un presidio fisso e operativo di vigili urbani. Voglio dire che la riqualificazione dei Fori Imperiali non passa per la demolizione dell’esistente ma per la sua valorizzazione, per la diffusione capillare della cultura. È il paradosso di chi non sapendo gestire l’ordinario e le sue strade, si affida a interventi che di straordinario hanno solo la velleità e la collaudata incapacità a valorizzare l’esistente. E il preesistente».

Il suo giudizio sembra essere netto. Non c’è almeno una delle proposte che potrebbe trovarla d’accordo?
«Direi che è una bocciatura netta. Ho letto il programma, ho visto anche questa idea delle piccole “piazze” una dentro l’altra oppure quella dell’“archeotram” per collegare diverse aree archeologiche della città. Mi chiedo quale sia lo studio di mobilità sottostante e, soprattutto, sarei curioso di sapere anche cosa ne pensa la Soprintendenza di Stato. E non credo che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sia d’accordo. Ripeto: l’area dei Fori va valorizzata, va spiegata, va resa fruibile per i romani e per i turisti e, soprattutto, va protetta. Non demolita in nome di un’urbanistica da Ztl».
 

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