Giovannini: «Spinta ai porti del Centro e nuovi prezzi per le gare»

Il ministro: «Anticiperemo l’elettrificazione degli scali per dare competitività al Paese»

Giovannini: «Spinta ai porti del Centro e nuovi prezzi per le gare»
di Umberto Mancini
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Martedì 19 Aprile 2022, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 10:29

«Il Pnrr significa riforme e investimenti. E non c’è nessuna ragione per rallentare le une e le altre. Anzi». Va subito al punto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini che ha bruciato i tempi sul fronte del Recovery e ha la responsabilità di far marciare veloce i programmi strategici per il Paese.
«Il Mims - dice il ministro in questa intervista al Messaggero - è in anticipo rispetto alle scadenze del Pnrr e proprio l’altra settimana abbiamo varato un intervento importante anche alla luce dell’attuale situazione geopolitica. Mi riferisco all’elettrificazione delle banchine dei porti, una misura anticipata rispetto alle scadenze del Piano, importante per migliorare la competitività del nostro Paese, in un’ottica di sviluppo sostenibile, e ridurre le emissioni di sostanze inquinanti».

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Ci spiega di che si tratta e perché è così importante avere porti “green” soprattutto per il Centro Italia.
«Il nostro Paese, anche a seguito dei rivolgimenti geopolitici in corso, può diventare sempre di più un punto di riferimento sia per le merci in arrivo che per quelle in partenza. E avere strutture portuali all’avanguardia tecnologica, green ed efficienti, è decisivo nella sfida globale. Per favorire le produzioni decentrate, creare lavoro, accrescere la competitività. Possiamo essere uno snodo cruciale verso l’Africa, gli Stati Uniti e il Sub-continente Indiano».
Ma i porti devono essere collegati meglio per avere una logistica funzionale, penso a quello di Civitavecchia ai porti dell’Adriatico, alla logistica che ruota intorno agli scali marittimi.
«Per questo con il Pnrr non potenziamo solo i porti, ma anche i retroporti, i collegamenti con le linee ferroviarie e viarie, la logistica nel suo complesso. 31 tra aeroporti, porti e centri logistici saranno collegati alla rete ferroviaria». 
Colmando i gap del Centro Italia? Molte aree interne restano ancora ai margini dello sviluppo.
«C’è grande attenzione alla necessità di creare una rete molto più interconnessa, che sia efficiente per tutto il Paese. Civitavecchia avrà un ruolo chiave, ma stiamo lavorando, proprio per supportare le aree interne, anche sulle direttrici trasversali: Napoli-Bari, Roma-Pescara, Orte-Falconara, con linee ferroviarie all’altezza delle sfide. E poi vanno intensificati i rapporti con i Balcani e la Grecia, dove ci sono opportunità per le imprese italiane a partire da Ferrovie dello Stato».
Parliamo dell’aumento dei prezzi, dell’impatto sui bandi di gara per le opere del Pnrr: c’è il rischio concreti di ritardi a causa della guerra in Ucraina e del caro energia?
«Il governo ha detto chiaramente, e lo ha scritto nel Documento di economia e finanza, che verranno trovati i fondi per assorbire il picco dei prezzi delle materie prime, legato anche alla guerra, e al caro energia».
Quando accadrà? Ci può indicare i tempi ?
«Stiamo lavorando ad un decreto specifico, da varare nella seconda metà di aprile. Ci sarà la possibilità di adeguare i prezzi per le gare in essere e, soprattutto, per le prossime. Abbiamo infatti introdotto un meccanismo nuovo che compensa di più le imprese per gli aumenti, ma consente alle stazioni appaltanti di recuperare in caso di un’inversione di tendenza».
Ci spiega di quanto sarà lo scostamento?
«Per i contratti del 2022-2023 c’è un’alea a carico delle imprese che passa dal 10% al 5%. La quota eccedente sarà per l’80% a carico delle stazioni appaltanti e per il 20% a carico delle aziende».
E le nuove gare?
«Partiranno da prezzi di mercato. Nel secondo semestre del 2021 abbiamo registrato un aumento medio del 38% dei costi dei materiali rispetto al 2020. I prezzi, lo ripeto saranno adeguati, non vogliamo che le gare vadano deserte».
Teme ritardi, come paventa l’Ance?
«Non in senso generale. Ci potranno essere degli scostamenti su singole opere, ma porteremo a termine tutte le opere strategiche nei termini del Pnrr. Su questo punto va fatta chiarezza: non per tutti gli interventi bisogna fare le gare adesso, cosicché possiamo attendere qualche mese per vedere cosa accade ai mercati. Ovviamente, tutti speriamo che la guerra in Ucraina termini il prima possibile. Anche il Pnrr prevede, come noto, che in casi e situazioni eccezionali - e quello che stiamo vivendo lo è - ci possano essere delle rimodulazioni. Ma faremo la massima attenzione. Anzi su alcuni fronti pensiamo di accelerare».
Cioè?
«Insieme alle stazioni appaltanti stiamo ragionando sulle opere che si possono addirittura anticipare. E questo proprio allo scopo di stimolare la crescita economica in un momento di grande incertezza»
Ci può anticipare quali?
«I porti ad esempio».
Anche sulla mobilità sostenibile avete bruciato le tappe.
«Solo nell’ultimo anno abbiamo stanziato 3,6 miliardi per il rinnovare il parco bus del Tpl, oltre 5 miliardi per le metropolitane.

Vogliamo sfruttare al massimo questa nuova attitudine dei cittadini ad utilizzare i mezzi pubblici emersa nelle ultime settimane. Ma i mezzi devono essere efficienti, puliti, puntuali, interconnessi con tecnologie digitali per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per questo ho voluto un aumento del fondo per il Tpl e abbiamo proposto al Parlamento, nell’ambito della legge sulla concorrenza, di dare una delega al governo per rinnovare il settore».

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