Bruxelles, il dolore del Papa: la violenza cieca causa tante sofferenze

Bruxelles, il dolore del Papa: la violenza cieca causa tante sofferenze
di Franca Giansoldati
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Martedì 22 Marzo 2016, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 17:15
CITTA' DEL VATICANO - Il Papa, poi i vescovi europei, condannano all’unisono i fatti di Bruxelles. Preghiere e dolore. Cordoglio e vicinanza alle famiglie. C’è sgomento nel telegramma inviato da Francesco al popolo belga colpito dall’attentato di stamattina. Francesco condanna “la violenza cieca che causa così tanta sofferenza” e “implora Dio per il dono della pace».  La Chiesa si inginocchia per asciugare le lacrime alle famiglie colpite dal lutto, incoraggiando i soccorritori a fare il possibile per coloro che sono rimasti feriti. E’ un momento di prova per tutti.

  Il nunzio apostolico a Bruxelles, Giacinto Berloco, ha telefonando alla Segreteria di Stato offrendo una sua riflessione dei fatti. «È difficile entrare nella mente degli attentatori. Molte volte sono persone che si sentono forse emarginate o che hanno un'idea della convivenza molto diversa da quella che abbiamo noi. Sono persone che vogliono imporre le loro idee, il loro modo di essere e vivere ad una società che ha altri valori come la convivenza, il rispetto e la fraternità. Questi hanno delle idee che sono molto lontane dai valori che viviamo, che abbiamo acquisito da tempo e che costituiscono il nerbo della vita sociale”.

I nuovi attentati a Bruxelles non apporteranno modifiche alle celebrazioni pasquali del Papa nella Settimana Santa. Lo ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi mettendo in chiaro che in assenza di minacce specifiche e circostanziate tutte le celebrazioni si terranno come previsto: la Via Crucis al Colosseo, venerdì sera, la messa di Pasqua e l’Angelus di Pasquetta. La tradizionale messa in Coena Domini del giovedì santo, verrà fatta per la prima volta fuori Roma. La celebrazione che prevede la lavanda dei piedi a 12 persone, si terrà a Castelnuovo di Porto, vicino Roma, al Cara, il Centro di accoglienza richiedenti asilo, popolato dal 70 per cento da musulmani.
 
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