«Ho sostenuto fin dall'inizio del mio incarico i sistemi di valutazione Invalsi e Anvur, ho anche messo a disposizione tutti i dati in nome della trasparenza. È necessario però valutare le competenze in uscita dall'università e confrontarle. Partendo dal metodo Invalsi che va migliorato e adattato all'università: voglio sapere se gli studenti escono dagli atenei con una laurea in grado di essere alla pari con quelle di altri Paesi». Ha affermato il ministro dell'Istruzione,
secondo cui i test Invalsi andrebbero fatti «all'uscita
dell'università».
«Nell'ultima analisi Ocse-Pisa c'era un dato che secondo me è drammatico: la media dei laureati italiani ha competenze paragonabili a quelle di
uno studente di scuola secondaria del Giappone. Le politiche dellìistruzione degli ultimi 20 anni hanno portato scarsi risultati, è necessario cambiare rotta».
«Università, scuola e ricerca - spiega - vengono gestite attraverso norme comuni all'intera pubblica amministrazione, che possono essere adeguate
per gli Uffici del Catasto ma non i campi in cui si fa conoscenza. In questi ambiti ci vuole altro, norme diverse che rispettino la specificità del lavoro dei
professori».
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