Sicilia, il soccorso M5S non arriva: Musumeci cade sul Def regionale

Sicilia, il soccorso M5S non arriva: Musumeci cade sul Def regionale
di Antonio Calitri
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Mercoledì 28 Marzo 2018, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 17:04

Il ritorno delle tensioni tra M5s e centrodestra su premier ed esclusione di Forza Italia con il botta e risposta tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, fanno la prima vittima in Sicilia. Con l'Assemblea regionale siciliana che ieri ha bocciato il documento di programmazione economico e finanziaria 2018-2020 della giunta guidata da Nello Musumeci che rischia di andare in crisi a soli quattro mesi dalle elezioni.

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Solo la settimana scorsa, mentre a Roma centrodestra e M5s trovavano l'intesa sull'elezione dei presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama, in Sicilia il capogruppo del M5s all'Ars, Giancarlo Cancelleri, davanti al governatore in grosse difficoltà per la mancanza di una maggioranza dopo il passaggio di due esponenti del centrodestra al gruppo Misto, apriva a una possibile collaborazione tra i due gruppi più numerosi dell'assemblea, «sulle priorità della Sicilia». «Ci dica, ufficialmente e pubblicamente, quali sono le sue priorità, i punti-chiave della Finanziaria», aveva spiegato Cancelleri, «e a quel punto gli diremo se siamo interessati o meno». Con Musumeci che presentando i capisaldi delle 35 norme della legge di bilancio, pubblicamente apriva le porte alla collaborazione spiegando: «Si tratta di uno strumento contabile non blindato e quindi aperto ai contributi di tutti i gruppi parlamentari».

Alla ripresa dei lavori di questa settimana però, con le tensioni che sono aumentate a Roma sulla premiership, anche a Palermo sono tornati i nuvoloni. Già lunedì in commissione, dove la legge di bilancio è stata votata prima di passare all'aula, il M5s ha votato contro. Il Def regionale però è passato con sei voti a favore e quattro contrari. Ieri invece, dopo un lungo e duro dibattito in aula, su quella che è la legge più importante della regione, il governo Musumeci è caduto. L'Ars ha bocciato il documento con il voto di 32 contrari e 32 favorevoli sul totale dei 65 presenti di cui uno, ex udc ora al gruppo misto, non ha votato. E con il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo che ha chiesto a Musumeci di prendere atto di non avere una maggioranza e di dimettersi.

IL TEMPIO
Il governatore in mattinata aveva dovuto registrare le polemiche dimissioni di Vittorio Sgarbi da assessore che lo attaccava dicendo di aver «chiuso ogni rapporto politico e umano con Musumeci»: «Ho mandato al governatore numerosi messaggi, nelle ultime ore, per farlo incontrare a Palermo con Guido Roberto Vitale, l'avvocato d'affari interessato a finanziare il Tempio G di Selinunte. Musumeci non ha mai risposto. Gli ho scritto che la sua maleducazione rimarrà nella mia memoria».

In aula il governatore ha rivolto un duro attacco ai suoi oppositori: «Se pensate che mi voglia consegnare ostaggio di qualcuno, scordatevelo, se serve un confronto facciamolo qui in aula alla luce del sole, ma se qualcuno pensa che io prima di entrare in aula debba passare dal capo-corrente di turno per avere il suo voto, scordatevelo. Non avrei alcuna difficoltà a restituire la parola ai siciliani. Non intendo perdere la mia dignità». Poi ha ammonito direttamente i grillini: «Vi ho aperto la porta e voi me l'avete sbattuta in faccia». Per il leader pentastellato Cancelleri però, le cose non stanno così.

«Il discorso che ha fatto Musumeci», spiega al Messaggero, «è stato brutto, offensivo e a tratti irriverente.

Lui ha parlato di dialogo ma il dialogo non avviene nel chiuso di una commissione ma deve avvenire in aula. E se davvero lo vuoi fare questo dialogo, lo fai portando un foglio bianco dove scrivi le priorità che ti vengono da tutti i gruppi. E così diventa la finanziaria del parlamento. Lui invece ha presentato il suo documento dicendoci se lo volete lo integrate, proprio come facevano i suoi predecessori che raccoglievano il voto in cambio della spartizione della torta».

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