Riforme, Bersani: nessuna scissione

Riforme, Bersani: nessuna scissione
di Emilio Pucci
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Venerdì 4 Settembre 2015, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 17:29
Sulle riforme «un'intesa si può trovare», dice Pierluigi Bersani. «Siamo ad un passo dalla soluzione», afferma il sottosegretario alle riforme, Luciano Pizzetti. «L'auspicio è che si arrivi ad un esito positivo», rilancia il capogruppo a palazzo Madama, Luigi Zanda. I pochi pontieri nel Pd sono all'opera ma in realtà nel partito del Nazareno l'accordo sul pacchetto costituzionale non c'è ancora. La querelle ruota tutto attorno all'articolo 2: per la maggioranza non si tocca, i cambiamenti si possono apportare sull'art.10; la minoranza, invece, punta a modificarlo.



«Nessuno provi a riaprire la discussione sul cuore della riforma», è il refrain di Renzi che non si fida affatto dei bersaniani e non vuole alcuna trattativa. L'intenzione del governo è quella di ribadire che il nuovo Senato sarà espressione delle autonomie, composto da consiglieri regionali che – questa la concessione - verranno indicati o eletti (la dicitura è ancora da decidere) dal corpo elettorale. Un nuovo passo in avanti verso i dissidenti che sulla composizione di palazzo Madama non pongono veti. Il problema, però, è che se il presidente del Senato Pietro Grasso dovesse accogliere solo quegli emendamenti legati al comma modificato alla Camera, la minoranza è pronta a votare contro l'articolo 2. «E allora – è la reazione dei renziani – vuol dire che si andrà avanti lo stesso».



LE AUDIZIONI

La tensione, quindi, non si scioglie. Tanto che l'esecutivo ha deciso di prendersi un po' di tempo in più. Per il momento si è toccata quota 156 sì alla riforma, con alcuni di Ncd che ancora restano in sospeso. L'obiettivo, qualora non dovesse arrivare la mediazione, è sfilare otto voti al gruppo dei 25 ribelli. Ma il lavoro di scouting proseguirà. Sulla caccia ai nuovi Responsabili Bersani è duro: «Come segretario del Pd Renzi ha il compito di trovare testardamente la sintesi, non fare le riforme con i transfughi. Come capo del governo dovrebbe lasciare un minimo di margine al Parlamento». Ed ancora: «Così si va verso una deformazione seria del processo democratico». E D'Alema nelle sue critiche al premier ha ragione: «Certamente c'è un problema politico, un disagio». Ma la scissione Bersani la esclude con forza. Anzi, dicendo «tre volte mai».



Lo scontro ci sarà a metà mese. La prossima settimana si è deciso di audire i presidenti delle Regioni in pressing per cambiare il nuovo Titolo V. E' stato il presidente della Conferenza Sergio Chiamparino a chiedere con insistenza di poter intervenire. In Commissione saranno ascoltati, tra gli altri, Roberto Maroni, Enrico Rossi, Vincenzo De Luca, Giovanni Toti. «Con questa riforma – attacca per esempio il governatore della Liguria – si azzerano i poteri delle regioni». La carica dei governatori – quelli del centrosinistra tifano per il listino regionale - potrebbe portare ad un ingorgo dei lavori a palazzo Madama. La road map di Renzi prevede l'ok alle riforme entro settembre, poi le unioni civili prima della discussione sulla legge di stabilita', ma il calendario rischia di slittare. Così come slitta il cosiddetto rimpastino in attesa delle mosse di Ncd.