E lo stesso D'Alema, una settimana dopo il vertice di luglio, è volato a Bruxelles per incontrare il neo presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Oggi ad affiancare il suo nome a quello della Mogherini è stato il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Gianni Pittella, convinto che «se qualcuno dovesse continuare questa speciosa strumentalizzazione sulla presunta incompetenza o inesperienza» di Federica Mogherini, «c'è la candidatura di D'Alema». Ma per ora Renzi tira dritto sulla sua strada: niente nomi, finchè non sarà ufficializzata la casella italiana, come ribadiscono fonti di palazzo Chigi.
Per non far «crocifiggere» l'attuale ministro degli Esteri che, il premier continua a ribadirlo, «è una persona molto capace e molto brava» e «sarebbe un ottimo commissario». Ma è finita al centro di una serie di attacchi, dall'accusa di essere troppo «filorussa» a quella di essere troppo giovane e con poca esperienza, alla quale Renzi vuole ora sottrarla. Almeno finchè non sarà certo che il ruolo di 'ministro degli Esterì dell'Europa andrà all'Italia. Anche perchè non è escluso che se Roma dovesse ottenere un'altra casella, il nome potrebbe cambiare.
Procedure «troppo arzigogolate», ha detto Renzi nei giorni scorsi riferendosi a quelle europee. Mentre proprio da Bruxelles è arrivato l'invito a metterle le carte in tavola. Juncker ha infatti 'invitatò i 28 a indicare i nomi dei loro candidati entro la fine di luglio. Un invito al quale avrebbero risposto la maggioranza delle cancellerie con lettere ufficiali, ma non l'Italia. Lo scacchiere delle nomine europee è in realtà assai più ampio, in gioco c'è il bilanciamento tra partiti, ma anche e soprattutto tra Paesi.
C'è la Francia che continua a puntare all'importantissima commissione agli Affari economici, facendo storcere la bocca a Berlino. E non è escluso che se non dovesse riuscirci si potrebbe aprire la strada ad una serie di riposizionamenti che a cascata potrebbero cambiare le carte in tavola anche per l'Italia. Per questo Renzi vuole essere certo della sua casella prima di ufficializzare il suo nome. E mentre si incrociano le voci sulla possibilità che D'Alema punti più alla presidenza del Consiglio Ue che a Mr Pesc, per ora l'unico a non aver mai parlato della partita europea - almeno a microfoni aperti - resta proprio l'ex premier.
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