Renzi tiene sotto pressione il governo
e prepara l’incontro con Berlusconi

Matteo Renzi
di Marco Conti
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Sabato 4 Gennaio 2014, 09:46
Il Pd renziano ha messo il turbo. Oggi si riunir a Firenze la segreteria del partito a Firenze e il pomeriggio sono attese un altro pacchetto di "compiti" per governo e maggioranza da completare entro il 2014. Il gioco in contropiede è quello preferito dal sindaco che nel capoluogo toscano intende trasferire sempre più frequentemente la sua politica fuori dal raggio d’azione di Letta ed Alfano.



La partita nella maggioranza si è aperta anzitempo e Letta ieri sera è rientrato a Roma perché i match senza arbitro rischiano spesso di degenerare. Intestarsi la caduta dello spread serve al premier per spingere sul pedale di coloro che non vogliono si riapra il barattolo della maionese che nelle scorse settimane aveva riportato le percentuali sopra quota trecento. Il fatto che il calo sia generalizzato e che la Spagna continui ad avere un trend migliore del nostro, dà però argomenti a Renzi che preme sull’acceleratore delle riforme e che non intende sostenere un governo di «puro galleggiamento».

La road map renziana ha tempi stretti specie sul fronte della legge elettorale e delle riforme istituzionali. Dalla sua il segretario del Pd ha però uno "sponsor" d’eccezione, il Capo dello Stato, al quale ha promesso di sostenere il governo in cambio di riforme. Musica per le orecchie del presidente della Repubblica e carta decisiva per il sindaco di Firenze che non può permettersi di galleggiare un anno intero per poi rischiare risultati deludenti alle elezioni Europee e alle amministrative di maggio.



TEMPISTICA

I tempi del segretario del Pd non sembrano essere però quelli del presidente del Consiglio e del suo vice. Letta teme che le accelerazioni producano strappi irreversibili nel governo, mentre Alfano punta a guadagnare settimane non solo per evitare un possibile voto anticipato, ma perché il tempo logora Renzi e ciò che ancora resta della leadership del Cavaliere sul centrodestra. Le risorse che si liberano per la crescita, grazie alla caduta dello spread, Renzi dirà presto come dovrebbero essere spese. Nel tanto atteso Job Act, al quale sta lavorando anche il nuovo responsabile economico del partito Filippo Taddei, non si parlerà soltanto di lavoro in senso stretto e di tutele, ma anche di come contribuire a rilanciare l’occupazione e la crescita. Argomenti, questi, che non dovrebbero faticare ad entrare nel patto di coalizione insieme alle proposte del Ncd in materia di burocrazia. Ciò che invece rischia di rendere complicata l’intesa sono le questioni cosiddette "eticamente sensibili" e sulle quali l’ex ministro Sacconi ha riproposta l’ennesima «moratoria».



NIET

Renzi non sembra però disposto a cedere sia sulle unioni civili sia sulla modifica della legge sull’immigrazione e poco si preoccupa dei problemi che Alfano incontra nel suo partito e nel rapporto con quella Forza Italia con la quale intenderebbe stringere un’intesa nel 2015. «Non accettiamo veti», chiosa il renziano Dario Nardella mentre l’azzurra Anna Maria Bernini si dice «pronta a votare» le unioni civili. Renzi, per tutta risposta, ieri pomeriggio ha incontrato il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge ed è probabile che oggi, al termine della segreteria, si capirà qualcosa di più sull’argomento.



PRESSING

Renzi non intende concedere al Nuovo Centrodestra spazi per riorganizzarsi in maniera alternativa allo schema berlusconiano. La più che concreta possibilità che Renzi inserisca Berlusconi nel suo tour di contatti con i leader per arrivare a sintesi sulla legge elettorale, la dice lunga sulla volontà di non ridurre la trattativa ad una questione tutta interna alla maggioranza. Un confronto, quello con il leader di Forza Italia, che potrebbe partire proprio dal modello del sindaco d’Italia visto che Berlusconi non sembra più così avverso a considerare ipotesi a doppio turno.



Malgrado il pressing dei suoi sul voto anticipato a maggio, il Cavaliere non si fa troppe illusioni sull’election day, ma non intende rimanere fuori dal confronto sulla legge elettorale e farsi scavalcare da Alfano nella trattativa che Denis Verdini continua a condurre direttamente con Renzi.
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