Pd pronto a candidare tutti i ministri. E punta sul calo della disoccupazione

Boschi (ansa)
di Marco Conti
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Martedì 9 Gennaio 2018, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 13:22
L’algoritmo lo hanno messo a punto in Francia e prevede un punto in meno ai partiti populisti se aumenta di un punto l’occupazione. Applicarlo all’Italia non è detto che funzioni, ma tuttavia rende l’idea su quale sia il tema per battere leghisti e pentastellati. Più dell’immigrazione, la disoccupazione sta diventando il perno su cui ruota la campagna elettorale.

Gli ottimi dati diffusi oggi dall’Istat dovrebbero aiutare i partiti di governo forse più delle promesse di abolizione delle tasse o dell’annuncio di possibili sgravi fiscali di cui spesso usufruiscono solo chi ha già un reddito.

«In campagna elettorale contano i risultati, non le promesse. Sul lavoro con i dati ISTAT di oggi ci sono 1.029.000 posti di lavoro in più dal feb 2014 (53% tempo indet). Il Jobs act funziona», sostiene Matteo Renzi in un tweet. Il segretario del Pd conduce una campagna elettorale alternando annunci di nuovi sgravi fiscali a sottolineature sulla bontà dell’azione di governo attuata dal suo esecutivo e da quello di Paolo Gentiloni. Quanto si complicato per un leade di una forza di governo tenere l’equilibrio tra due diverse modalità di campagna elettorale è sotto gli occhi di tutti. Soprattutto se si decide di candidare tutta la squadra di governo compreso il titolare dell'Economia Pier Carlo Padoan e la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.
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