La Leopolda, il garage, e i cartelloni appesi ai muri che spiegano tutto. Raccontano di chi non ha capito il futuro (la Cgil?), di chi fa il gufo (certi media e certi salotti?), di chi resta attaccato a un certo mondo e ha paura di perderlo (Bersani?). No, niente nomi e simboli dell'attualità ma il messaggio é chiaro.
Primo cartellone.
Secondo cartellone. Foto di un vecchio personal computer. Scritta: "Non c'è alcun motivo per il quale una persona dovrebbe avere un computer a casa sua"). Firmato Ken Olson, presidente di Digital Equipment Corporation, anno 1977.
Terza mega icona. Lui. Elvis. Il magnifico Presley col ciuffone alla Renzi di qualche anno fa. Dida: "Il rock 'n' roll sarà passato di moda entro giugno" (articolo della celebratissima rivista Variety, 1955).
E ancora, mentre non sono ancora arrivati i cinque o diecimila della Leopolda, questo cartello già c'é e ritrae i Beatles. Più pensierino sballato e gufesco, paludoso e invidioso: "Non ci piace il loro sound. E la musica suonata con le chitarre è in declino". Firmato Decca Recording che rifiutò di mettere sotto contratto i Beatles. Tutti questi, se fossero attivi oggi, avrebbero rottamato Matteo. Cioè il futuro. La Leopolda la pensa così.