Ad accelerare le cose e farle prendere una piega definita, potrebbero essere state le parole del premier Matteo Renzi di domenica che, pur dando il via libera alle primarie con due big del Pd (entrambi dell'area che fa riferimento allo stesso Renzi) in campo, li aveva benevolmente rimbrottati dicendo che avevano «organizzato un bel casino».
A pesare sulla decisione, a quanto si apprende, ci sarebbe stata anche la sensazione, visti i primi riscontri sul territorio e gli schieramenti dei dirigenti del partito, che il divario fra Richetti e il favorito Bonaccini sarebbe stato incolmabile e la consapevolezza, quindi, di avere pochissime chanche di vittoria.
A sorprendere è stato più che altro il modo in cui questa decisione si è palesata: da parte del diretto interessato non c'è stato alcun annuncio ufficiale, ma solo la mancata presentazione delle firme necessarie per ufficializzare la candidatura.
Richetti, che non ha motivato pubblicamente la decisione di ritirarsi dalle primarie, ha inviato un messaggio ai propri sostenitori per comunicare loro la decisione. Nel messaggio Richetti non fa endorsement per nessuno degli altri due renziani che restano in campo: l'autosospeso segretario regionale e responsabile Enti locali nella segreteria Bonaccini, e l'ex sindaco di Forlì e renziano della prima ora Balzani. Inoltre, il deputato motiva il gesto come una decisione personale che chiede di rispettare.
Questo il testo del messaggio inviato da Richetti ai propri sostenitori per comunicare loro il ritiro della candidatura: «Ragazzi tutti - scrive - mandare questo messaggio mi costa un fegato nuovo. Anzi, credo CI costa un fegato nuovo. Tra ieri sera e stamattina ho dovuto prendere una decisione. Di quelle che non ci dormi. Mi fermo qui. Ci sono cose di fronte alle quali ci si ferma. Se c'è una cosa che ci unisce è che per noi la politica è un pezzo fondamentale della nostra vita. Ma non è la vita. Io continuo e continuerò a usare il noi, ma questa volta vi devo chiedere di rispettare una scelta che è personale. Immaginando il vostro dissenso. Facciamo ricorso a tutta la nostra amicizia, se riusciamo. Non ho parole a sufficienza per pronunciare le mie scuse, ad ognuno di voi, al vostro impegno, alla vostra passione. Vorrei farlo di persona con ognuno di voi, guardandovi negli occhi. Un abbraccio forte, a tutti».