Verso un decreto per allungare l'età pensionabile dei magistrati

Verso un decreto per allungare l'età pensionabile dei magistrati
di Valentina Errante
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Sabato 20 Agosto 2016, 08:46
ROMA L'ultima modifica risale a due anni fa, ma è entrata in vigore soltanto a gennaio scorso, anticipando l'età della pensione per i magistrati a 70 anni. Poi il governo ha ceduto, allungando, con una proroga, a 72 anni il tempo massimo di lavoro per le toghe. Adesso Palazzo Chigi, o meglio il presidente del Consiglio Matteo Renzi, vorrebbe spostare ancora in avanti i limiti di età. Almeno per chi in pensione deve andare alla fine del 2016, il decreto temporaneo riguarderebbe soprattutto le posizioni del Procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, e del primo presidente della Suprema Corte, Giovanni Canzio. Se ne discute e il testo potrebbe essere portato già in consiglio dei ministri la prossima settimana. Un'idea che non trova tutti d'accordo. Non solo tra le toghe, che vorrebbero criteri certi e duraturi, ma anche all'interno del governo. Pare che la proposta non venga accolta con troppo favore neppure dal ministero di Giustizia. E la questione rischia di diventare un altro tema caldo della prossima stagione.

LA DECISIONE
Non una modifica alla legge ma una misura transitoria, questo prevederebbe il decreto che potrebbe arrivare in consiglio di ministri la prossima settimana e sul quale a spingere sarebbe proprio il presidente dl Consiglio. Di fatto l'attuale norma, voluta proprio dal governo Renzi, che ha già approvato una proroga temporanea a 72 anni per le toghe, comporterebbe un piccolo terremoto negli uffici giudiziari. Ma il timore di chi la propone è che in assenza di un prolungamento delle misure, che posticiperebbero l'età pensionabile, si creino «buchi» negli uffici giudiziari, nell'ordine di 250-300 posti, e tra queste ci sono anche posizioni di peso, come quelle di Ciccolo, e Canzio, classe 45 che ha assunto l'incarico a dicembre 2015 e si troverebbe a fare le valigie dopo un solo anno, lasciando vacante la guida della Suprema Corte. Così in un primo momento tra le ipotesi, prese in considerazione per aggirare l'ostacolo, era stato prospettato un provvedimento ad hoc proprio per queste due posizioni, che consentisse a Canzio e Ciccolo di proseguire. Una strada di questo tipo, però, sarebbe stata esposta al rischio di incostituzionalità e a un'ondata di ricorsi. Così l'ipotesi sembrerebbe essere stata accantonata.

UNA NORMA DURATURA
L'Associazione nazionale magistrati non è contraria al provvedimento, ma chiede una norma definitiva alla quale fare riferimento proprio per evitare che i continui cambiamenti creino problemi nell'organizzazione degli uffici. «È una questione molto delicata - spiega Eugenio Albamonte, componente del Comitato direttivo centrale dell'Anm - non siamo contrari a un allungamento dell'età pensionabile, ma è necessario disciplinare definitivamente la materia, soprattutto per il buon funzionamento degli uffici giudiziari. Per noi sarebbe auspicabile un provvedimento definitivo, la pensione a 72 anni sembra un ottimo compromesso. L'ultima modifica è appena entrata in vigore e adesso una norma transitoria renderebbe difficile l'organizzazione. in mancanza di criteri certi non è possibile neppure bandire i concorsi per gli incarichi direttivi, che certo non tutti possono ricoprire. Abbiamo bisogno di prospettive di lunga durata».

 
E in effetti, il prossimo anno, oltre ai vertici della Cassazione, a lasciare la toga sarebbe un buon numero di capi di uffici giudiziari, oltre ai vertici della Cassazione, anche il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (che compirà 70 anni a novembre), il cui ufficio, oltre a seguire delicate indagini contro la criminalità organizzata, ha avviato solo da pochi mesi, in base a nuovi poteri ricevuti, il coordinamento delle azioni di contrasto al terrorismo internazionale. Pensionamento tra sei mesi, a febbraio 2017, anche per il procuratore della Repubblica di Napoli, la più grande d'Italia per numero di sostituti, Giovanni Colangelo, capo della più grande procura italiana per numero di sostituti.