Corruzione, si cambia: pena a 6 anni, confisca dei beni e prescrizione raddoppiata

di Silvia Barocci
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Mercoledì 10 Dicembre 2014, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 08:30
Ci voleva lo scandalo di Mafia Capitale, uno squasso bipartisan alla politica italiana, per far tornate la prescrizione in cima alle priorità del governo. Renzi lo aveva già promesso ai familiari delle vittime della Eternit, dopo la sentenza della Cassazione che aveva annullato le condanne. Ma nel Consiglio dei ministri della scorsa settimana tutto si era risolto in un nulla di fatto: il nuovo meccanismo studiato dal Guardasigilli Orlando (prescrizione bloccata in primo grado in caso di condanna ma poi due anni per l'appello e uno per la Cassazione) si era incagliato sulla perplessità del Nuovo Centrodestra ad applicare le nuove norme ai processi in corso.



Ma di fronte al terremoto giudiziario romano che rischia di essere devastante come quello milanese di Tangentopoli, l'indignazione e il commissariamento del Pd non bastano più. Renzi ne parla a lungo, a Palazzo Chigi, con Orlando. La decisione è di convocare con urgenza, giovedì prossimo, un consiglio dei ministri per assicurare, spiega Renzi in un videomessaggio, che: 1) la pena minima per la corruzione sarà innalzata da quattro a sei anni, così da limitare il ricorso al patteggiamento («se hai rubato puoi patteggiare, ma un pò di carcere lo fai»); 2) «i corrotti pagheranno tutto, fino all'ultimo giorno, fino all'ultimo centesimo»; 3) sarà più semplice procedere al sequestro e alla confisca dei beni dei corrotti, come è già ora possibile nei casi di mafia 4) per i reati contro la Pubblica Amministrazione la prescrizione si allungherà.



I TESTI

Fin qui le parole. Che però vanno tradotte in testi. L'intervento - spiega Orlando - sarà su un doppio binario: far passare nuovamente in Cdm il disegno di legge sul processo penale (che include la riforma della prescrizione e, per delega, quella sulle intercettazioni) già varato lo scorso 29 agosto ma mai presentato alle Camere; e integrare il ddl sulla criminalità economica ora al Senato. E' su questo secondo punto che i tecnici del ministero della Giustizia sono già al lavoro. «La deterrenza per un corrotto - spiega Orlando - non sta solo negli anni di carcere ma nella capacità che lo Stato ha di aggredire il suo patrimonio».



Con un intervento sull'articolo 322 ter del codice penale, anche i condannati per corruzione riceveranno lo stesso trattamento riservato ai mafiosi: in caso di sproporzione tra i beni posseduti e il reddito dichiarato sarà possibile procedere a sequestri e confische. Anche per equivalente. Con l'innalzamento da quattro a sei anni della pena minima della corruzione, inoltre, si restringono i casi di patteggiamento (con i conseguenti sconti di pena). Ma - ed è questa l'altra novità - ciò avverrà soltanto se chi chiede di patteggiare abbia già restituito il maltolto «fino all'ultimo centesimo». Infine, la novità di maggior rilievo, che però rischia di creare frizioni con gli alfaniani: il raddoppio dei tempi di prescrizione per i reati contro la Pubblica Amministrazione.



L'EX CIRIELLI

Ancora non è chiaro se su questa parte dei reati economici il governo intenda procedere con un decreto o con un ddl. Sta di fatto, però, che le modifiche alla legge ex Cirielli, che con il governo Berlusconi nel 2005 aveva tagliato i tempi di prescrizione, sarebbero limitate alla sola corruzione, mentre per la riforma complessiva si procederà col ddl di riforma del processo penale.



Il raddoppio dei tempi di prescrizione - ora previsto all'art.157 del codice penale solo per alcuni reati come l'incendio doloso, la violenza carnale, l'estorsione - verrebbe esteso ai reati contro la pubblica amministrazione (concussione, corruzione, peculato etc). Se passerà la linea Renzi, la ”tagliola” per la corruzione scatterà dopo 15 anni, contro i dieci attuali (calcolati sul massimo della pena edittale di otto anni aumentata di un quarto).