Le Sezioni Unite della Cassazione hanno deciso che le norme penali anticorruzione della legge Severino devono essere interpretate condannando più duramente per concussione solo chi «limita radicalmente» la libertà del soggetto sul quale fa pressione, mentre in maniera più mite - con prescrizione breve e senza pena accessoria - sono da punire le forme di «pressione non irresistibile».
La decisione della Cassazione sulla normativa penale della legge Severino, può servire alla difesa di Silvio Berlusconi per cercare di ottenere nell'appello del processo Ruby una condanna più mite, secondo il parere espresso da fonti della Suprema Corte.
Le Sezioni Unite sono state presiedute dal primo presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce. Ecco la soluzione di diritto adottata dal collegio: «La fattispecie di induzione indebita di cui all'articolo 319 quater cp è caratterizzata da una condotta di pressione non irresistibile da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, che lascia al destinatario della stessa un margine significativo di autodeterminazione e si coniuga con il perseguimento di un suo indebito vantaggio. Nella concussione di cui all'articolo 317 cp, invece - prosegue la massima di diritto della Suprema Corte - si è in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario».
«Per quel che si può comprendere da una massima così stringata, la Cassazione ha ribadito la continuità tra vecchia e nuova fattispecie» del reato di concussione. Così Paola Severino, ex ministro della Giustizia, commenta la decisione delle Sezione unite sulla legge anticorruzione che promosse quando era Guardasigilli.