Boldrini: «Italicum, domani si chiude. Le quote rosa non sono merce di scambio»

Boldrini: «Italicum, domani si chiude. Le quote rosa non sono merce di scambio»
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Domenica 9 Marzo 2014, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 09:19

Laura Boldrini si dice certa che domani si esauriranno i lavori sulla legge elettorale alla Camera. Ce lo auguriamo fortemente, e siamo organizzati perchè nella giornata il percorso si esaurisca», aggiunge partecipando ad «In mezz'ora». «Abbiamo ancora 100 emendamenti da votare con i tempi contingentati per circa 8 ore. Certo, quando i gruppi chiedono un aumento dei tempi viene concesso. Succederà ancora perchè la posta in ballo è alta ed è giusto. È una giornata cruciale per il Paese».

Quote rosa. «C'è già abbastanza battaglia sul tema stesso, non credo si agganci ad altri aspetti o sia oggetto di scambio». Lo afferma la presidente della Camera Laura Boldrini, soffermandosi sull'ipotesi che la questione di genere nell'Italicum sia oggetto di scambio tra i partiti. «Proprio per questo ritengo sia necessario trovare una mediazione sul punto, non ancorerei il tema ad una logica di scambio»: l'Italia, sul punto, «potrebbe essere apripista per la prima volta», aggiunge Boldrini. E ancora: «Il 67% degli italiani è favorevole e voterebbe i partiti con ai vertici le donne. Questo fa paura. C'è grossa resistenza di chi ha sempre avuto le leve del potere». La parità di genere, sottolinea, «è importante per rinnovare il Paese. Bisogna dare concretezza al rinnovamento. È snodo cruciale e le donne lo sanno bene. Dobbiamo ottenere il risultato senza veti incrociati e senza ricatti. Le quote rosa non vanno a discapito di nessuno ma a vantaggio del Paese».

Allarme populismo. «Io non cito nessuno. Ma il populismo è una minaccia che tocca la politica in generale, e quando in suo nome si mette in discussione lo stato di diritto, lo Stato ha il dovere di respingere queste minacce». Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini rispondendo a una domanda sul suo rapporto con M5S. «La vita dell'Aula - rileva - è molto animata. Mi piace il confronto sostenuto basato sulle idee. Ma bisogna prendere le distanze dalla volontà di sopraffazione, dalla aggressività come si vede invece in Aula accadere purtroppo. Questo distoglie energie da molte altre cose su cui ci sarebbe bisogno di lavorare». Il tema è - sostiene Boldrini a 'In mezz'orà - che forse non c'è la stessa veduta sulle Istituzioni. Ci sono deputati entrati in Parlamento con una agenda di rinnovamento come me. Ma le nostre strade si sono divise. Quando c'era da cambiare dal di dentro si è visto che non era chiaramente quello l'obiettivo di qualcuno. Se il cambiamento deve passare per l'anno zero io non ci sto», conclude.

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