Ieri una carneficina simile è successa a qualche migliaio di chilometri di distanza, in Florida. A sparare, in un frequentatissimo gay club di Orlando, un uomo che aveva le stesse folli motivazioni (se così si possono chiamare) dei killer di Parigi. Eppure l'Europa dello sport, che proprio in quella Francia così profondamente segnata dal terrorismo islamico sta celebrando in un'atmosfera blindata i Campionati Europei di calcio, sembra essere rimasta indifferente. Prima della partita serale di ieri, che vedeva scontrarsi Germania e Ucraina, non è stato tributato nemmeno un minuto di silenzio. Nemmeno un accenno, niente.
Eppure dall'altra parte dell'oceano lo sport si è fermato eccome. In Copa America, tifosi e giocatori brasiliani e peruviani, prima della partita che ha poi sancito l'eliminazione dei verdeoro, hanno osservato, abbracciati, un minuto di silenzio. Stessa cosa è accaduta nei match della MLB, la lega di baseball.
Ma qui niente. Come se le stragi e il terrorismo ormai facessero davvero parte della quotidianità, come se non rappresentassero più un'eccezione per cui è necessario fermarsi, almeno un minuto.
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