Portogallo, Eder: eroe in meno di un'ora

Eder
di Ugo Trani
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Martedì 12 Luglio 2016, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 09:39

EURO 2016
dal nostro inviato
PARIGI «Vai a segnare il gol della vittoria». Cioè a dare lo schiaffo alla Francia presuntuosa e a chi fino a domenica sera gli ha voluto male. Cristiano Ronaldo, ormai soltanto leader claudicante in panchina, gli ha indicato la porta di Lloris, sulla sinistra e sotto lo sguardo della torcida. Eder l'ha preso alla lettera. L'ha inquadrata e, mezz'ora più tardi, ha conquistato Saint Denis e l'Europeo, scrivendo con quel destro forte e preciso la pagina più esaltante della storia della nazionale portoghese. Che lo ha adottato cinque anni fa, senza però farlo mai sentire a suo agio. Solo Santos ha difeso l'eroe con il guanto bianco. Dalle critiche dei media e dalle offese dei tifosi. E ha avuto ragione. Anche quando l'ha messo, nella fase cruciale del match di Parigi, al minuto 34 della ripresa. E il gigante nero, 28 anni e 189 centimetri, non ha dimenticato, nel bene e nel male, la sua breve avventura con questo gruppo. E' andato ad abbracciare il ct ingegnere, scortato dai compagni, prima di indossare quel guanto bianco, nascosto gelosamente nel calzettone destro, e di zittire chi lo ha contestato a oltranza. Ecco l'indice davanti alla bocca, ma soprattutto lo schiaffo morale (bofetada de luva branca), gesto simbolico in risposta ai giudizi negativi che lo hanno accompagnato qui.
DESTINO AZZURRO
Eder è oriundo. Come il nostro Eder che Conte ha convocato in nazionale e schierato da titolare all'Europeo. Il centravanti del Portogallo è nato nella Guinea-Bissau, l'azzurro in Brasile. Entrambi convintissimi della scelta, il primo con il cuore (solo portoghese) e l'altro per convenienza (Dunga non l'avrebbe mai chiamato). L'africano, trasferitosi in Europa all'età di due anni, ha detto no nel 2011 alla nazionale del suo paese. Éderzito António Macedo Lopes sogna di giocare con Cristiano Ronaldo. E ce la fa appena ottiene, nel 2012, la cittadinanza e quando, passando al Braga, comincia a segnare con continuità (subito 15 gol stagionali, ancora oggi la stagione migliore). Il ct Paolo Bento lo porta anche al mondiale 2014 in Brasile. Non lascia, però, alunna traccia. Il suo primo gol con il Portogallo se lo ricorda bene pure Conte: Eder, il 16 giugno 2015, batte Sirigu nell'amichevole allo Stade de Geneve. E' la prima sconfitta, alla decima partita con la Nazionale, dell'ex ct azzurro. Ma in Portogallo nessuno festeggia. Lo Swansea lo acquista (7 milioni): in Premier, però, non si ambienta. Dal 1° febbraio passa in prestito a Lilla e ritrova i gol (6). La Francia sembra ispirarlo, anche se perde la finale di coppa di Lega, contro il Psg, il 23 aprile proprio a Saint Denis. Santos continua a fidarsi, non la gente portoghese. Prima della rete a Lloris, la quarta e l'unica in competizioni ufficiali, fa centro contro la Norvegia e l'Estonia. Il pubblico non lo sopporta e, in precedenza, lo fischia a Leira, il 29 marzo, nonostante il successo sul Belgio. Il Lilla, intanto, lo acquista a titolo definitivo (4,5 milioni). Qui è riserva. Solo 13 minuti, prima dei 41 nella finale di Parigi: 6 contro l'Islanda nella prima partita, 7 contro l'Austria nella seconda. Il suo Europeo durerà meno di un'ora: 54 minuti. Gli basteranno per ribaltare il pronostico.
RICONOSCENZA FINALE
«Dedico la vittoria a Susanna». La signora Torres è la mental coach che si è portato a Lilla per riabilitarsi dopo il flop in Premier. Cristiano Ronaldo, invece, pensa al popolo. «L'Europeo è per la nostra gente». La stiramento al collaterale del ginocchio sinistro lo limita nei momenti più belli di questo i trionfo. Quando va a ringraziare la torcida e ad alzare il trofeo con la fascia di capitano al braccio che Nani gli appena restituito. E quando torna a casa. Anche se uscito di scena d'inizio gara, è stato l'artefice del risarcimento del Portogallo dopo la beffa di Lisbona nel 2004. Non ci sarà, il 9 agosto, contro il Siviglia nella Supercoppa. Ma si presenterà ad inizio gennaio a ritirare il quarto Pallone d'oro dopo l'accoppiata Europeo-Champions. A Messi lascia i guai giudiziari dopo la condanna di 21 mesi per frode fiscale e sportivi dopo l'ennesima figuraccia con la nazionale.