Sharon, il ricordo di De Michelis: personalità fortissima

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Sabato 11 Gennaio 2014, 19:28 - Ultimo aggiornamento: 19:50
Ariel Sharon, l'ho conosciuto negli anni novanta, durante la guerra del Golfo: una forte personalit, fortissima: cos Gianni De Michelis ex ministro degli Esteri, raggiunto telefonicamente. L'ex ministro socialista del governo Andreotti ha ricordato di aver incontrato Sharon quando era componente del governo Shamir e «ricopriva il ruolo di ministro delle infrastrutture, mentre agli Esteri allora era David Levi».



De Michelis ha poi ricordato quando Sharon «prese in mano il Likud e quando fondò Kadima vincendo due volte le elezioni. Purtroppo fu fermato dall'emorragia cerebrale e così si è perduta un'occasione importante per andare nella direzione di una pacificazione - ha proseguito l'esponente craxiano - come ha dimostrato anche ritirandosi da Gaza unilateralmente, cosa che andava nella giusta direzione». «È stata una persona molto controversa non solo per gli episodi di Sabra e Shatila - ha detto ancora De Michelis - ma anche per la provocazione della camminata sulla spianata delle moschee, il luogo più sacro per i musulmani palestinesi, che ha dato il via alla seconda intifada».



«Con Kadima però - ha continuato De Michelis - ci fu il tentativo di portare nella giusta direzione le vicende politiche del rapporto con i palestinesi». «Sharon aveva provato sulla sua pelle la logica della violenza e dello scontro armato ma poi aveva deciso che si doveva andare verso una soluzione politica per il raggiungimento della pace e fece appunto quell'operazione politica con un nuovo partito di centro che aveva messo insieme una parte di laburisti e una parte del Likud soprattutto nell'ottica di un dialogo con i palestinesi», ha concluso.




Berlusconi. «Esprimo, a nome mio e di Forza Italia, il cordoglio per la morte di Ariel Sharon, un protagonista della storia di Israele di cui tante generazioni serberanno la memoria». Così in una nota il presidente di FI Silvio Berlusconi. «Coraggioso in guerra, lungimirante in politica, infaticabile nella ricerca di una pace giusta, Sharon è stato il testimone dei valori più alti e nobili dello Stato di Israele, presidio di libertà e di democrazia nel Medio Oriente», afferma.



Casini. «Esprimo il mio cordoglio alla Knesset e al popolo israeliano per la scomparsa di Ariel Sharon. Sarà la storia a dare un giudizio compiuto su questa grande personalità che ha combattuto come pochi altri per Israele ma che ha saputo anche essere, in passaggi drammatici della storia nazionale, un uomo di pace per trovare una soluzione possibile di coesistenza pacifica col popolo palestinese. L'Italia ribadisce in questa circostanza la sua vicinanza all'unica vera democrazia esistente in Medio Oriente». Lo scrive in una nota Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri di Palazzo Madama.



Alemanno. «La grandezza della figura di Sharon emerge in tutta la sua forza nel doppio ruolo che seppe interpretare al servizio di Israele. Da un lato un grande combattente intransigente nella difesa degli interessi del proprio popolo e dall'altro lato un leader che, forte della sua credibilità, cercò con coraggio di sperimentare nuovi percorsi di pace in Medio Oriente. La sua è la testimonianza che la vera pace può essere costruita non sul pacifismo ma dall'impegno costruttivo di chi sa difendere con coerenza gli interessi e l'identità del proprio popolo», dichiara in una nota Gianni Alemanno.