Messico, Reynosa la città del terrore che spaventa gli Usa: omicidi e droga, carneficina quotidiana

Messico, Reynosa la città del terrore che spaventa gli Usa: omicidi e droga, carneficina quotidiana
di Federica Macagnone
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Venerdì 9 Ottobre 2015, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 11:35
Olissa è una mamma che vive a McAllen, nel Texas, a due isolati di distanza dal confine con il Messico e a meno di due chilometri da Reynosa, la più pericolosa città di frontiera messicana dove vivono 600mila persone e che ha un tasso di omicidi altissimo, superiore a quello di molte zone di guerra. Una città al centro di una sanguinosa guerra tra bande che nello Stato di Tamaulipas, dal 2010, è costata la vita a oltre 15mila persone, molte delle quali civili innocenti.



Olissa, intervistata dal Daily Mail Online che ha realizzato un reportage sull'argomento, non pensava che quella guerra avrebbe coinvolto indirettamente anche lei e la sua famiglia, in territorio statunitense, fino a quando alcuni trafficanti di droga messicani non hanno tentato di nascondersi in casa sua per fuggire dalla polizia che li stava cercando. Da quel giorno, non lascia più la figlia da sola a giocare in giardino.



«E' stato terribile - racconta - Stavano cercando di entrare dalla porta di servizio per nascondersi. Gli agenti li hanno acciuffati e tutto è finito bene, ma è stata un'esperienza scioccante. Quei criminali guadagnano un sacco di soldi con il traffico di esseri umani: sapere che si trovano a così poca distanza da mia figlia e possono raggiungere la mia casa mi terrorizza».



Carneficina quotidiana. A Reynosa, nello Stato di Tamaulipas, la polizia locale è stata sciolta dopo che la metà degli agenti venne uccisa nel corso di una strage nel 2013, anno in cui la guerra tra le bande portò a 950 omicidi, vale a dire 150 ogni 100mila abitanti: un tasso superiore, ad esempio, a quello registrato nel 2012 in Iraq, dove il tasso di omicidi fu di otto ogni 100mila abitanti. Ora la città è pattugliata da polizia federale ed esercito con veicoli d'assalto e camion blindati, il che non basta a placare la carneficina. Nel giorno in cui i cronisti del Mail Online hanno visitato Reynosa, sono stati commessi quattro omicidi: due delle vittime erano ragazze 18enni che sono state rapite, stuprate e obbligate a ingerire veleno per topi.



Il terrore a McAllen. Un clima di terrore che si ripercuote anche sull'atmosfera che si respira a McAllen, i cui abitanti sentono spari a tutte le ore del giorno e spesso avvistano trafficanti di droga armati che sconfinano e girano di sera nelle loro strade. Uno studio del 2014 della società di ricerche Gallup ha individuato proprio in McAllen (dove il 30% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà) la città degli Usa dove si registra il più alto tasso di paura per la sicurezza dopo il tramonto. Meno della metà dei residenti, infatti, si è dichiarata tranquilla nello stare fuori casa al calar del sole, nonostante la città abbia un tasso di criminalità più basso rispetto al resto degli Stati Uniti.



Il business della droga. Il Dipartimento di Stato Usa ha più volte lanciato l'allarme, sconsigliando qualunque viaggio non indispensabile nello Stato di Tamaulipas e avvisando i cittadini che in quella zona il rispetto della legge è inesistente e in qualunque ora del giorno si possa restare coinvolti in conflitti violenti, rapine, omicidi, violenze sessuali. «Senza contare - dice un giornalista locale che vuole restare anonimo per timore di ritorsioni - che le bande prendono di mira chiunque intralci i loro affari. Visto che il business della droga diventa sempre più difficile, i "cartelli" stanno attuando strategie sempre più estreme per portare i loro prodotti negli Usa. Hanno armato migliaia di persone e sono disposti a pagare una taglia di 20mila dollari per un agente di confine degli Stati Uniti "vivo o morto"».



Coprifuoco a Reynosa. A Reynosa sono visibili le cicatrici della storia violenta della città. Gli edifici pubblici sono pieni di fori di proiettile e quasi metà dei negozi è stata abbandonata dai proprietari in fuga dal racket dell'estorsione. Dopo il tramonto le strade sono vuote e in giro si vedono solo vedette delle bande, armate di pistola e radio ricetrasmittente.



La guerra dei "cartelli". La violenza nello Stato di Tamaulipas, riporta il Daily Mail, esplose nel 2010, quando gli Zeta, il braccio armato del Cartello del Golfo, per una controversia si staccò dall'organizzazione e formò un nuovo cartello che si è reso famoso per le sue brutali decapitazioni brutali e ha cominciato a combattere il Cartello del Golfo per il dominio nel Messico orientale. Da allora è stata un'escalation di sangue e violenza. 



Le ritorsioni. Da quando il governo ha inviato l'esercito, ha raccontato un giornalista locale, i crimini federali come il traffico di droga sono diminuiti, ma in assenza della polizia locale sono raddoppiati i reati comuni come i furti o le estorsioni. Molti residenti utilizzano i social media per avvertire amici e parenti su scontri violenti nelle strade utilizzando l'hashtag #ReynosaFollow: anche questa tendenza, però, è stata frenata dalle violente ritorsioni nei confronti di chi ha denunciato le violenze online.



Posti esauriti al cimitero. E nel mezzo di questa guerra il becchino del cimitero comunale di Reynosa, Horacio Fuentes, riesce a malapena a far fronte al costante afflusso di cadaveri. «Seppellisco una ventina di persone a settimana, la maggior parte dei quali sono molto giovani - dice - Quelli che non possiamo identificare vanno nelle fosse comuni, ma presto dovremo cominciare a cremarli: non abbiamo più spazio».