Libia, Ue in campo: sanzioni contro gli anti-Sarraj

Libia, Ue in campo: sanzioni contro gli anti-Sarraj
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Giovedì 31 Marzo 2016, 20:43 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 00:41

Con tre sanzioni di peso, l'Ue fa sentire al premier designato libico Fayez Al Sarraj tutto l'appoggio della comunità internazionale, con l'Italia in prima fila, per vincere una scommessa rischiosa: entrare a Tripoli nonostante il governo insediato nella capitale lo avesse minacciato di arresto. E dove la calma delle ultime ore sembra dimostrare che le milizie parteggiano in maggioranza per lui. L'Unione europea ha fatto scattare sanzioni, sotto forma di congelamento dei beni e divieto di viaggio, contro tre esponenti libici che stanno ostacolando il varo del governo di unità nazionale. Due sono pesi massimi di Tripoli: il premier Khalifa al-Ghwell ed il presidente del Congresso, Nouri Abu Sahmain. Il terzo è Aqila Saleh, presidente della Camera dei deputati (Hor) che a Tobruk da mesi sta negando la fiducia a Sarraj.

L'Ufficio di sicurezza dell'esecutivo voluto dall'Onu ha rincarato la dose, minacciando un ricorso all'Interpol per 17 esponenti politici e religiosi che si oppongono al governo unitario: oltre a Ghwell, spicca il mufti al-Sadeq al-Ghariyani che ha appena evocato «10 anni di jihad» contro il «governo straniero» di Sarraj. L'Italia, attraverso una telefonata del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha confermato l'appoggio di Roma al governo di accordo nazionale e l'ha sostanziato con l'annuncio di un «pronto invio» di 860 tonnellate di aiuti alimentari e di «kit sanitari» per la cura di 30.000 persone. I media hanno rilanciato dichiarazioni di appoggio da parte di Usa, Francia, Lega Araba, Tunisia. Anche l'Egitto, pur con qualche sottolineatura in favore di Tobruk (sostegno all'esercito del generale Khalifa Haftar) ha definito l'ingresso di Sarraj a Tripoli «un importante passo» verso «una soluzione politica».

L'arrivo nella capitale a bordo di una motovedetta della Marina libica assieme a sette componenti del Consiglio presidenziale, nucleo del nascente governo, è stata definita «coraggiosa» dall'inviato dell'Onu per la Libia, Martin Kobler. Come reso noto dallo stesso consiglio, gli scontri armati fra milizie che hanno accompagnato lo sbarco hanno causato «feriti e morti» («un decesso per un proiettile vagante», secondo quanto riferito all'ANSA da un consigliere comunale, Ahmed Wali). La situazione in mattinata è stata definita «molto calma» dal sindaco Abdelrauf Beitelmal e confermata tale poco prima delle ore 20 da Wali, il quale ha stimato in «superiore al 90%» il tasso di sostegno a Sarraj da parte delle milizie dell'ovest della Libia. Saleh Badi, il capo di una formazione ostile al governo di unità nazionale ('Fronte Samoud'), secondo Wali e altre due fonti libiche, ha lasciato Tripoli.

Sarebbero stati i suoi uomini ad appiccare il fuoco giovedì ad un tendone usato da pro-Sarraj nella centralissima piazza dei Martiri dando un'immagine incendiaria della situazione. Il premier designato ha incassato nelle ultime ore anche l'appoggio di un'importante milizia, le Guardie degli impianti petroliferi (le 'Pfg'). Il consigliere Wali ha segnalato che 13 comuni della Tripolitania, dove risiede «un terzo della popolazione della Libia», hanno espresso sostegno a Sarraj in un incontro. Il premier 'rivalè non riconosciuto e sanzionato dall'Ue ha annunciato di non voler lasciare Tripoli ma l'unica resistenza di rilievo è sembrata il proseguimento della chiusura dell'aeroporto Mitiga della capitale.

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