Isis, Obama: «Morta Kayla Mueller, cooperante Usa ostaggio dei jihadisti»

Isis, Obama: «Morta Kayla Mueller, cooperante Usa ostaggio dei jihadisti»
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Martedì 10 Febbraio 2015, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 13:51

La cooperante Usa Kayla Mueller, in ostaggio dei jihadisti dell'Isis, è morta. A rivelarlo è stato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

La Casa Bianca ha comunicato: «È con profonda tristezza che abbiamo appreso della morte di Kayla Jean Mueller», ha detto il presidente Usa Barack Obama, «In nome del popolo americano, Michelle ed io rivolgiamo le nostre più profonde condoglianze alla famiglia di Kayla, i suoi genitori Marsha e Carl, suo fratello Eric e la sua famiglia e tutti coloro che amavano Kayla. In questo momento di inimmaginabile sofferenza, il Paese si unisce al loro dolore».

Poco dopo è arrivata anche la conferma dei genitori di Kayla: «Con il cuore infranto, dobbiamo condividere che abbiamo avuto la conferma che Kayla Jean Mueller ha perso la vita», hanno scritto in un comunicato.

Kayla «ha dedicato la sua giovane vita ad aiutare coloro che hanno bisogno di libertà, giustizia e pace», ricorda la famiglia Mueller.

Per dimostrare la morte di Kayla, l'Isis ha inviato alla famiglia Mueller delle foto.

Resta però ancora da capire se effettivamente la giovane sia rimasta vittima dei bombardamenti della Giordania sullo Stato Islamico in Siria, come sostenuto dai jihadisti, oppure per altre cause. L'Isis ha infatti annunciato la morte di Kayla Mueller affermando chè è stata uccisa in un bombardamento dei caccia giordani, ma non ne aveva mostrato il corpo senza vita.

Lo scorso venerdì i miliziani dello Stato Islamico avevano detto che la donna era rimasta uccisa in un raid condotto dai caccia giordani a Raqqa, ma non avevano offerta nessuna prova delle loro affermazioni, a parte le immagini di un edificio bombardato. Il giorno dopo i genitori della giovane avevano diffuso un appello diretto ai rapitori della figlia, facendo capire di aver comunicato con loro già in passato. «Siamo ancora fiduciosi che Kayla sia viva - affermavano i genitori - Vi abbiamo mandato un messaggio privato e vi chiediamo di risponderci privatamente. Ci avete detto di avere trattato Kayla come vostra ospite, come vostra ospite la sua sicurezza ed il suo benessere sono vostra responsabilità». I contatti tra la famiglia Mueller e l'Is sarebbero stati avviati la scorsa estate, quando, dopo mesi di assoluto silenzio, i rapitori hanno contattato i genitori della ragazza, fornendo loro una prova in vita e chiedendo un riscatto di quasi 7 milioni di dollari e fissando anche una deadline per il 13 agosto scorso, secondo quanto riporta la Cnn citando una fonte vicino alla famiglia.

Laureatasi all'università dell'Arizona nel 2009, Kayla era partita subito per missioni umanitarie, in India, Israele e Territori Palestinesi. Tornata in Arizona due anni dopo aveva lavorato in un centro di assistenza per donne ed in una clinica per malati di Aids. Ma era presto tornata a viaggiare e, dopo un periodo in Francia, si era recata sul confine tra Turchia e Siria, lavorando con il Danish Refugee Council e l'associazione Support to Life. Quindi si era recata ad Aleppo, insieme al suo fidanzato siriano. «I siriani stanno morendo a migliaia e stanno combattendo per ottenere almeno di parlare dei diritti che invece noi abbiamo. Finché vivrò, non lascerò che questa sofferenza sia considerata normale», aveva affermato in un'intervista rilasciata nel 2013 pochi mesi prima di essere rapita.

La Casa Bianca: «C'è un altro ostaggio Usa». Dopo la morte di Kayla Mueller, nella regione «c'è almeno un altro ostaggio» americano, ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest rispondendo ad una domanda. Probabilmente si riferiva all'ex marine e giornalista freelance Austin Tice, dato per sequestrato in Siria sin dal 12 agosto 2012.

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