Steinmeier ha più volte esortato i partiti a mostrarsi disponibili al dialogo. Si attendono ora i prossimi passi del presidente, che deve ancora incontrare i capogruppi parlamentari, ha aggiunto Heil, riferendo di una direzione - cui hanno preso parte, tra gli altri, l'ex leader del partito Sigmar Gabriel e diversi premier regionali - che si è svolta in un clima molto obiettivo e costruttivo.
Nel partito restano comunque ancora divisioni, stando almeno alle dichiarazioni del vicepresidente del partito Ralf Stegner pubblicate dalla Passauer Neuen Presse solo poche ore dopo la fine dell'incontro alla Willy-Brandt-Haus: la svolta sarebbe un deciso allontanamento dalla linea del no una grande coalizione su cui il partito si era spostato dopo la sconfitta elettorale. «Una decisione così senza interpellare gli iscritti al partito è da escludere», ha lasciato intendere Stegner. «Non c'è alcun automatismo in nessuna direzione, solo una cosa è chiara: se i colloqui portassero alla circostanza che noi partecipiamo in qualche forma o costellazione a un governo, i membri del partito dovranno votare», ha detto il capo della Spd Martin Schulz alla Willy Brandt Haus. Schulz ha citato «l'appello drammatico» del presidente Steinmeier ai partiti, dopo il fallimento delle trattative Giamaica.
Quindi ha definito il colloquio di ieri con il presidente della Repubblica «molto positivo e segnato da reciproca fiducia». «Per otto ore abbiamo discusso apertamente qui - ha poi continuato, facendo riferimento al vertice notturno nella sede del partito - su che contributo possa dare la Spd a costruire un governo, in che forma e in che costellazione». Il leader dei socialdemocratici ha anche aggiunto che la Spd «non fa ostruzionismo in parlamento, questo ci differenzia dagli altri partiti».
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