Scorta al figlio del procuratore Gratteri dopo le minacce degli uomini incappucciati

Scorta al figlio del procuratore Gratteri dopo le minacce degli uomini incappucciati
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Domenica 17 Gennaio 2016, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 11:17
Hanno suonato al campanello dell'appartamento dove vive uno dei figli del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri dicendo di essere poliziotti, ma dopo un po', quando il giovane si è affacciato sul pianerottolo non vedendo arrivare nessuno, ha notato due persone incappucciate scendere le scale dal piano di sopra al suo. L'episodio, secondo quanto si è appreso, è avvenuto nei giorni scorsi a Messina, dove il figlio di Gratteri abita in un palazzo vicino all'università che frequenta. Il giovane ha subito avvertito la polizia, che ha avviato le indagini per chiarire l'episodio, ed il padre che in quei giorni si trovava all'estero.

Gratteri è uno dei magistrati più impegnati nella lotta alla 'ndrangheta ed ai suoi traffici miliardari, soprattutto di stupefacenti. Proprio su questo fronte Gratteri ha coordinato decine di inchieste che hanno portato all'arresto di narcotrafficanti ed al sequestro di ingenti quantità di cocaina provenienti dal centro America. Negli ultimi mesi è stato impegnato anche nella presidenza della commissione incaricata dal premier Matteo Renzi di apportare modifiche al codice penale. Secondo quanto si è appreso, nonostante l'episodio ancora da chiarire, il figlio di Gratteri continuerà a frequentare l'università di Messina.

È stato tuttavia messo sotto tutela. La decisione, secondo quanto si è appreso, è stata presa in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.

«Le intimidazioni subite dalla famiglia del procuratore antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, rappresentano un oltraggio all'impegno che un servitore dello Stato, come è Gratteri, mette in campo quotidianamente nella lotta alla criminalità organizzata.
Esprimo a lui e alla sua famiglia la massima solidarietà nella convinzione che il suo lavoro prezioso debba proseguire senza esitazione». Lo dichiara il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri. «L'impegno di Gratteri - aggiunge - è il medesimo che il Governo mette in campo ogni giorno contro le mafie nella convinzione che dobbiamo sbarrare la strada alla criminalità organizzata in ogni modo, puntando sulla repressione, e quindi su pene più severe, ma anche sulla prevenzione».




 
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