Questo per provare davanti al Riesame (che poi confermò il carcere per l'uomo, criticando l'esecuzione del test) che si era trattato di un delitto d'impeto legato a una frase della vittima. La procura perugina ha però contestato le modalità e i tempi con cui venne fatto l'esame del codice genetico del bambino.
Per l'avvocato Maori e il collega la procura di Perugia aveva chiesto gli arresti domiciliari per favoreggiamento e falso ideologico (contestato anche al consulente dei legali per il quale non è stato adottato alcun provvedimento) ma il giudice per le indagini preliminari ha escluso quest'ultimo reato disponendo la misura interdittiva, per quattro mesi, anzichè la custodia cautelare. Oggi pomeriggio Maori ha risposto per circa due ore alle domande del gip e del pm. Al termine dell'interrogatorio, il suo difensore, l'avvocato Francesco Falcinelli, ha chiesto la revoca della misura interdittiva e il giudice si è riservato di decidere. «L'avvocato Maori ha dettagliatamente ricostruito tutti i fatti d'interesse per l'indagine» ha detto l'avvocato Falcinelli senza comunque voler entrare nel merito dell'interrogatorio. «Ha rappresentato - ha aggiunto - che la sua è stata una legittima articolazione dell'attività difensiva nel perimetro del mandato ricevuto». Per l'avvocato Falcinelli il reato di favoreggiamento contestato al legale «non sussiste».
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