«Concreto pericolo di fuga». È questa la motivazione addotta per l'arresto di Pier Paolo Brega Massone, ex primario della clinica Santa Rita appena condannato all'ergastolo in primo grado con l'accusa di quattro omicidi volontari e di 45 lesioni nell'inchiesta che nel 2008 portò alla ribalta alcuni presunti interventi sospetti. L'ordinanza, spiega il pm Grazia Pradella, «è stata eseguita subito dopo la lettura del dispositivo» ed è legata ad un «concreto pericolo di fuga». Brega Massone, presente in aula al momento della lettura della sentenza, è uscito da una porta laterale accompagnato da alcuni carabinieri e per lui sono scattate immediate le manette.
L'ex primario di quella che fu ribattezzata 'La clinica degli orrori' è stato riconosciuto responsabile per tutti e quattro gli omicidi volontari che venivano contestati dai pm di Milano Tiziana Siciliano e Grazia Pradella. Secondo l'accusa, infatti, l'ex primario per «monetizzare» i rimborsi dal sistema sanitario nazionale avrebbe eseguito interventi inutili nei confronti di 4 pazienti di età compresa fra i 65 e gli 89 anni, fino ad ucciderli. Brega Massone era imputato anche per una quarantina di episodi di lesioni aggravate nei confronti di altrettanti pazienti, per truffa e falso. I giudici della prima corte d'assise di Milano (presidente del Collegio Anna Introini) lo hanno prosciolto solo per alcuni capi di imputazione (alcuni sono caduti in prescrizione) e lo hanno condannato all'ergastolo con 3 anni di isolamento diurno. La corte ha fatto cadere l'aggravante della crudeltà che era stata contestata dalla Procura per l'ex chirurgo. Brega Massone, già condannato a 15 anni e mezzo di carcere per truffa e per un'ottantina di casi di lesioni (si è in attesa della Cassazione) nel primo filone processuale, è stato anche dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e interdetto dall'esercizio della professione medica per 5 anni. I giudici hanno disposto anche la pubblicazione della sentenza a spese di Brega Massone e altri imputati tramite affissione pubblica, su alcuni quotidiani e sul sito del ministero della Giustizia. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.
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