L'EMERGENZA
Evitare l'imbarazzo con l'Europa in vista delle scadenze del 16 e 26 giugno, quando sono attese le decisioni ufficiali sull'Agenda immigrazione da parte dell'Ue. E' questa la priorità del Viminale. I controlli di polizia sui treni in partenza verso Francia e Germania sono stati intensificati. Preoccupa poco il problema di ordine pubblico che, di certo, dovrebbe attenuarsi con la riapertura dell'area Schengen, sospesa dalla Germania fino al 15 giugno per il G7. Gli sgomberi continuano comunque ad essere ”soft”, con mediatori culturali e personale della Croce rossa, perché per ciascuno dei 57.019 richiedenti asilo, arrivati sulle nostre coste dal primo gennaio, il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione ha previsto un centro di accoglienza e un luogo che assicuri il vitto, ma secondo i trattati internazionali umanitari non possono essere impediti gli allontanamenti volontari. I richiedenti asilo devono rimanere nei paesi di prima accoglienza e le partenze dall'Italia, da parte di chi ancora attende una risposta alla domanda di rifugiato, risultano uno dei nodi principali, contestati al nostro Paese da parte dei partner europei.
LA DIRETTIVA
Non riceverà alcuna risposta concreta il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha scritto ai prefetti per chiedere di allontanare i migranti. E neppure i sindaci, che hanno lanciato appelli allarmati per il calo di prenotazioni nel litorale veneto, dovuto all'arrivo di centinaia di profughi. «Basta nuove allocazioni» ha scritto Zaia, «sgomento e preoccupato», in una lettera inviata ieri ai Prefetti delle sette province. Sono stati gli stessi prefetti a individuare, oltre agli immobili di privati, alcune strutture alberghiere per accogliere i migranti inviati nei giorni scorsi dal Viminale. Zaia ha ottenuto dal prefetto Domenico Cuttaia l'organizzazione di un vertice in programma il 15 giugno. Ma dopo il week end elettorale, in occasione dei ballottaggi amministrativi, è chiaro che la linea del Viminale sarà ancora più dura.
LE CIFRE
Secondo i dati aggiornati al 12 giugno, dei 57.019, sbarcati in Italia dal 1 gennaio 2015, 3.525 sono minori non accompagnati. Una cifra che supera quella dei minori che viaggiano con almeno un parente adulto (1.737), 6.458 donne, 14.250 sono eritrei, i profughi siriani (3.826) sono comunque in numero inferiore a quanti sono arrivati sulle nostre coste dal Sub-Sahara (7.949), dalla Nigeria (5.349) e dalla Somalia (5.335).