Marsala, maxi-frode alla casa di riposo Ipab: bilanci falsi per ottenere due milioni di finanziamenti pubblici

Marsala, maxi-frode alla casa di riposo Ipab: bilanci falsi per ottenere due milioni di finanziamenti pubblici
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Venerdì 30 Giugno 2017, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 20:32
Tra il 2012 e il 2015 avrebbe chiesto alla Regione siciliana e al Comune di Marsala contributi per oltre 2,2 milioni di euro, di cui 700mila già elargiti. Per ottenere i fondi il commissario straordinario dell'Ipab casa di riposo Giovanni XXIII avrebbe gonfiato la voce '“entrate dei bilanci di previsione dell'Ipab, garantendo il pareggio di bilancio richiesto per testimoniare la vitalità e la floridità dell'Istituto e per ottenere, quindi, contributi pubblici. È l'accusa contestata dalla Guardia di finanza di Marsala al commissario straordinario pro tempore della struttura, indagato adesso per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. Le indagini sulla gestione amministrativa e contabile dell'Istituto pubblico di assistenza e beneficenza Giovanni XXIII di Marsala, infatti, hanno permesso di ricostruire l'aggravamento, nel corso degli ultimi anni, del dissesto finanziario dell'ente. Le Fiamme gialle hanno constatato, a partire dal bilancio di previsione del 2013, l'indicazione di voci attive per oltre 2,2 milioni di euro «oggettivamente aleatorie, in quanto riferite a entrate previste in relazione alla prestazione di servizi di ricovero e di assistenza in realtà non contemplati in alcuna convenzione sottoscritta con i competenti assessorati (Salute e Famiglia) della Regione siciliana». 

Grazie a questo escamotage, confermato dall'esame dei bilanci consuntivi, spiegano dalla Guardia di finanza, l'Istituto ha di fatto potuto continuare a operare, beneficiando di ulteriori erogazioni dalla Regione siciliana e dal Comune di Marsala, sotto forma di contributi a pioggia erogati in relazione alla mera prosecuzione dell'attività d'istituto. «I requisiti per mantenere in vita l'Ipab - dicono dalla Guardia di finanza - già erano insussistenti almeno a partire dal 2013».
Una segnalazione, per le valutazioni di competenza, è stata inoltrata alla Procura regionale della Corte dei Conti per la Regione siciliana.
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