Uccise due rari esemplari di Ibis eremita, bracconiere condannato. Lo stormo di uccelli tornato nella laguna di Orbetello

Gli Ibis tornano in Toscana Foto Ansa
di Luisa Mosello
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Lunedì 26 Settembre 2016, 20:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 22:22

Una condanna che segna un punto a favore della natura. E della sua tutela. Arriva dopo 4 anni dall’uccisione da parte di un cacciatore toscano di due rari esemplari di Ibis eremita, splendidi uccelli di una specie protetta che nell’ottobre del 2012 stavano raggiungendo la Laguna di Orbetello. Che oltre ad essere oasi del Wwf è un luogo scelto da moltissimi volatili per svernare. Facevano parte di uno stormo identificato dai biologi del progetto internazionale “Waldrappteam“. Il bracconiere denunciato all’epoca all’Autorità Giudiziaria, pochi giorni fa è stato processato dal tribunale di Livorno che lo ha condannato per il reato di uccisione di specie protetta (art. 30, 1 comma lett. B Legge 157) revocandogli la licenza di caccia oltre al pagamento di una sanzione di un migliaio di euro. Che può arrivare a 4 mila euro e può prevedere anche fino a 6 mesi di reclusione.
 

 


«Una condanna auspicata e particolarmente importante sia per la gravità del reato commesso sia perché gli ibis eremita sono uccelli molto rari», ha commentato Massimo Vitturi responsabile dell’area animali selvatici della Lav. Intanto, quasi a voler ricordare la scomparsa di Goja e Jedi (questi i nomi dei due sfortunati uccelli) a pochi chilometri dalla meta,  lo stormo di uccelli  è tornato proprio a Orbetello grazie alla terza migrazione guidata dall'uomo del progetto LIFE+ "Reason for Hope" attraverso due velivoli ultraleggeri che hanno fatto da “mamme adottive”.  

Lo stormo era partito dall’Austria poco più di un mese fa  volando per  oltre mille chilometri. Ora in Toscana sono arrivati 22 Ibis eremita. «Qui gli uccelli permarranno per tutta la stagione fredda", spiega Caterina Spiezio, responsabile ricerca e conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), unico partner italiano del progetto- dovranno essere in grado di ripercorrere autonomamente in senso inverso la rotta verso l'Austria, dimostrando di averla memorizzata».

Sempre in tema di bracconaggio in Campania la Polizia di Stato di Caserta ha denunciato due uomini per uccisione  e abbandono di animali nonché per furto aggravato. Liberati 14 volatili di specie autoctona protetta,  beccacce, barbagianni, gufi, assioli, capinere, gruccioni. Sequestrati richiami acustici, altoparlanti,  stampi di plastica di anatre e pavoncelle utilizzate per richiamare gli uccelli e  9 fucili da caccia.

Allargando il discorso al traffico di specie protette (non solo volatili) ammonterebbe a ben 23 miliardi di dollari all'annno, come emerge da un’inchiesta realizzata da The Guardian. Un bottino spartito da trafficanti e funzionari governativi corrotti coinvolti fra Africa e Asia nel business condotto sulla pelle di animali soprattutto elefanti, rinoceronti e tigri.
Nell’indagine si parla della mutilazione o uccisione di "decine di migliaia di esemplari di specie a rischio". Con l’obiettivo di prenderne zanne, pelli o altre parti del corpo utilizzate dal mercato della medicina tradizionale asiatica. Fra i Paesi più attivi in questo senso: il Kenya e il Sudafrica,  Cina, Thailandia, Vietnam e Laos. Se ne sta parlando anche nella Convenzione su commercio specie a rischio (fino al 5 ottobre) a Johannesburg.  Raccoglie 181 paesi in tutto il mondo riuniti per discutere di proposte su quasi 500 specie per rafforzare le misure di controllo internazionali. 

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