Un appalto diviso in 18 lotti, alcuni dei quali facevano gola all'imprenditore, che secondo l’accusa, per conseguire l’appalto da 143 milioni di euro per la manutenzione di alcuni palazzi istituzionali avrebbe corrotto il dirigente Consip Gasparri con circa 100mila euro in tre anni, in cambio di informazioni riservate che gli avrebbero consentito di sbaragliare la concorrenza.
A tirare in ballo Romeo, era stato proprio lo stesso Gasparri che di fronte ai pm aveva svelato l’intricata rete di interessi e mazzette intorno al maxi appalto Consip.
Romeo, giunto nell'ottava aula collegiale intorno alle 9 e 30, è presente all’udienza e in uno dei momenti di pausa, si è concesso qualche battua con i cronisti presenti: «Se volete dire che sono sereno scrivete che sono sereno», ha detto l’imprenditore, che poco prima del suo ingresso aveva rimarcato con una punta di ironia, l'operato della sua azienda: “Questa aula è pulita dagli operai delle mie imprese».Mentre i giudici dell'ottava sezione penale hanno ammesso fra le parti civili Consip, Cittadinanza Attiva e Assoconsumatori.
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