Intanto, la medesima associazione annuncia l'istituzione di un fondo di garanzia «a favore dei colleghi abbandonati dallo Stato e privati dei più elementari diritti riconosciuti dalla Costituzione e dall'ordinamento giuridico a tutti gli esseri umani». «Un cittadino extracomunitario che contrae una grave malattia nei centri di accoglienza dove è trattenuto in attesa di rimpatrio (CIE) ha diritto al risarcimento del danno, come è giusto e dovuto in un Paese civile, ma il giudice di pace che si reca in quei luoghi, spesso privi di adeguate misure di sicurezza sanitaria (che devono essere garantite dai Ministeri della Giustizia e dell'Interno), per decidere sulla convalida dei provvedimenti di espulsione nell'adempimento dei suoi doveri, laddove contragga una grave malattia non ha nessun diritto: ciò - afferma l'Unagipa - è un'aberrazione giuridica che ci pone al di fuori dell'Europa e del Mondo civile». «I colleghi che hanno sempre garantito l'espletamento del servizio, persino nei giorni di Natale e Capodanno, stanno seriamente valutando di astenersi per il futuro dal recarsi nei CIE, a tutela della loro integrità fisica», fa sapere ancora il sindacato, evidenziando che «anche per queste ragioni» da domani l'intera categoria sciopererà per 4 settimane consecutive.
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