Incentivi per acquistare taxi green, licenze flessibili, doppia guida e una piattaforma per monitorare i fabbisogni e rendere la vita difficile agli abusivi. Per evitare il caos taxi scende in campo il governo o almeno ci prova. Di fronte alle lentezze dei Comuni, che per statuto dovrebbero occuparsi del settore, spetterà al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, cercare un punto d’incontro. Evitando quel muro contro muro che aveva costretto l’ex premier Mario Draghi, poco più di un anno fa, a rimettere nel cassetto il capitolo del Ddl concorrenza dedicato proprio alla liberalizzazione del trasporto pubblico locale.
LE MISURE
Il vicepremier ha deciso di percorrere la strada del confronto con le associazioni di categoria che sfileranno al ministero questa mattina.
Le misure che i tecnici di Salvini stanno mettendo a punto sono ovviamente a geometria variabile. I sostegni per chi acquista taxi green devono infatti fare i conti fare i conti con le risorse disponibili. In ballo ci sono alcuni milioni di euro da liberare proprio nell’ottica della transizione verde. Oltre ai fondi, al Mit si studia una o più piattaforme in grado di controllare gli effettivi fabbisogni sul territorio e, sopratutto, grazie ad un censimento accurato delle auto bianche e degli Ncc, finalizzata ad evitare i fenomeni dell’abusivismo. Controlli a tappeto poi per garantire il rispetto dei turni.
LE TAPPE
Questa mattina, come detto, sarà il turno del confronto con le principali sigle nazionali dei taxi: da Unione Radio Taxi 3570 a aUnica Cgil, da Ugl taxi a Federtaxi Cisal, Uritaxi, Confartigianato taxi. Poi domani toccherà agli Ncc.
Proprio queste sigle ricordano che «il servizio taxi è un servizio pubblico a tariffa amministrata e prestazione obbligatoria, ed in quanto tale è fuori dalla Direttiva Bolkestin e non è soggetto a eventuali processi di liberalizzazione o ad essere oggetto del provvedimento annuale sulla concorrenza». Insomma, il vertice si annuncia caldissimo, come già accaduto tante volte in passato. Sopratutto dovranno poi essere i Comuni a metterlo in pratica.
I tassisti lamentano anche il mancato adeguamento delle tariffe. In una nota hanno fatto presente che «il prezzo di una corsa media in taxi è oramai più basso del costo di un piatto di pasta servito in uno dei tanti ristoranti del nostro Paese». Un tema, quello delle tariffe, che potrebbe trovare spazio anche nel vertice per addolcire la pillola dell’aumento delle licenze.