È l’unità, il «contributo di tutti» ammainando le bandiere di parte, la chiave per una «ripartenza efficace e veloce» e per «un nuovo inizio» dopo la pandemia. Sergio Mattarella l’ha accennato ieri in occasione del concerto nel cortile d’onore del Quirinale e lo ribadirà questa sera quando celebrerà il 75° anniversario della Repubblica. Perché adesso, come nel Dopoguerra, solo l’afflato unitario e l’operosità che caratterizzarono la nascita della Repubblica potranno garantire un’attuazione rapida del Recovery Plan e il varo delle riforme strutturali collegate. Parole più o meno simili a quelle usate da Mario Draghi in Emilia. Nel cortile, dove è stato montato un grande palco con strisce tricolori e dove l’orchestra di Santa Cecilia diretta dal maestro Jakub Hrůša ha eseguito musiche di compositori europei dedicate all’Italia (Britten, Berlioz, Mendelssohn, J. Strauss, Martinu, Cajkovskij) e ha poi accompagnato la performance di Roberto Bolle e di Virna Toppi (Pas de deux, da «L’altro Casanova» su musiche di Antonio Vivaldi), Mattarella è arrivato accompagnato dalla figlia Laura. Rispetto all’anno scorso, quando a causa della pandemia la Festa era stata celebrata in...remoto, questa volta la celebrazione è avvenuta in presenza. Ma tutti hanno indossato la mascherina e mantenuto il distanziamento. Bolle e Toppi hanno però chiuso la loro esibizione con un doppio bacio, un altro simbolismo della «rinascita» e della «ripartenza».
#Mattarella: La terribile esperienza della #pandemia e dei suoi effetti ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla pic.twitter.com/QZWY0Ma1yT
— Quirinale (@Quirinale) June 1, 2021
Elogio del multilateralismo
Dopo aver ricordato Carla Fracci («una grande figura della cultura italiana»), Mattarella si è rivolto agli ambasciatori accreditati. E ha elogiato il «multilateralismo», che «ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace». «La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale», ha aggiunto Mattarella. E parlando del Recovery Plan: «Questa cooperazione sostiene le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica». Il «nuovo inizio», appunto. Che l’unità sia la parola d’ordine per la «ripartenza» post-Covid, Mattarella l’ha chiarito anche in un messaggio inviato in mattinata ai prefetti.
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