Lasciamo i ragazzi a scuola, sempre in presenza, se sono asintomatici e sospendiamo il contact tracing per il Covid nelle classi. Facciamo lavorare il dipendente di un servizio essenziale, contagiato, tre giorni dopo l’inizio dei sintomi. Smettiamo di inseguire tutti i contatti asintomatici di un positivo. Aboliamo il sistema dei colori. Ecco alcune delle proposte forti delle Regioni inviate al Governo. Tutti i presidenti, compatti, affermano che «tenuto conto dell’elevato tasso di vaccinazione» e della nuova fase della pandemia con la diffusione della Omicron, è «necessario semplificare le regole, basandole non più sulla suddivisione per zone di rischio ma concentrando l’attenzione esclusivamente sui cittadini, in relazione al completamento del ciclo vaccinale». Le Regioni parlano dell’avvio del «percorso di normalizzazione», di uscita dallo stato di emergenza che formalmente scade il 31 marzo. Dal Ministero della Salute non sono arrivate risposte ufficiali, ma la linea di Roberto Speranza è lontana dai contenuti della lettera delle Regioni, tenendo conto che anche ieri sono stati contati oltre 180mila nuovi positivi, 21mila posti letto occupati da pazienti Covid e 468 decessi.
Regioni contro il governo sulla gestione della pandemia
Il documento è stato sottoscritto dai governatori di tutti gli schieramenti che ieri pomeriggio si sono incontrati a Roma, approfittando del fatto che si trovano nella Capitale per l’elezione del presidente della Repubblica.
Le altre proposte riprendono, in parte, quelle avanzate nei giorni scorsi. Alcuni esempi: superamento del sistema a colori delle zone a rischio; revisione delle misure inerenti la sorveglianza sanitaria, suddividendo tra casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia correlata; sospensione del contact tracing al fine di concentrare energie e risorse per un più efficace contrasto del virus (dunque non si inseguiranno più con tamponi i contatti di un positivo se asintomatici); per i lavoratori positivi in servizi essenziali si riduce l’isolamento a «solo 3 giorni dall’inizio dei sintomi a cui seguono altri 3 giorni in cui sarà sufficiente indossare la mascherina Ffp2»; riconoscimento dei Green pass di cittadini di altri Paesi europei dove la durata è di 9 mesi (in Italia sta scendendo a sei mesi). Inoltre, si ribadisce la necessità - su questo c’è stata una timida apertura del Ministero - di distinguere tra ricoveri Covid con sintomi e quelli di chi va in ospedale per altre patologie e solo successivamente risulta positivo.
COMMENTI
Molti governatori e assessori si sono spesi a favore di questa rivoluzione. Nicola Zingaretti (Lazio): «Le attività scolastiche non vanno sostituite dalla Dad quando bambini e ragazzi sono vaccinati e non ci sono sintomi. Su questo c’è bisogno di un intervento chiaro a tutela delle famiglie e della scuola». Alessio D’Amato (assessore alla Salute del Lazio): «I vaccinati, indipendentemente dai luoghi di lavoro, studio, socializzazione, devono essere liberi senza certificazioni e tamponi. Bisogna fare la corsa ai vaccini, non ai tamponi». Luca Zaia (Veneto): «Rispetto alle scuole bisogna fare in modo che vadano in isolamento solo i ragazzi positivi sintomatici e che gli altri restino a scuola». Giovanni Toti (Liguria): «Dal conteggio dei malati Covid vanno tolti i ricoverati per altre patologie e vanno anche semplificate le norme per le scuole». Marco Marsilio (Abruzzo): «Ormai da giorni portiamo avanti questa richiesta di semplificazione e i governatori sono compatti». Raffaele Donini (assessore alla Salute in Emilia-Romagna): «Lo Stato installi i sanificatori dell’aria nelle scuole». Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia): «Dobbiamo guardare al futuro e procedere rapidamente verso una normalizzazione della situazione che consenta una ripresa più ordinata e il rilancio del nostro Paese».
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