Sull'Italia pende la richiesta di una procedura d'infrazione che presidente del Consiglio e ministro dell'Economia stanno cercando di scongiurare. Modo migliore per danneggiare il lavoro di Giovanni Tria i due vicepremier non potevano escogitare. Lo stop del responsabile di via XX Settembre ai mini-Bot era infatti arrivato ieri direttamente dal G20 giapponese e seguiva quello del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, sul Fatto, aveva definito la proposta dei mini-Bot «iniziativa parlamentare» con «diverse criticità».
Minibot, ira di Salvini e Di Maio: «Tria dice no? Allora trovi soluzioni, imprese vanno pagate»
I SOLDI
Poi gli attacchi di Salvini e, a seguire di Di Maio. Stavolta i due non avrebbero neppure la scusa della campagna elettorale, visto che il turno di ballottaggio di oggi chiude la lunga stagione elettorale (anche se il voto a Cagliari e Sassari di domenica prossima offre ancora occasioni). La rincorsa incendiaria dei due leader di maggioranza invece continua e disattende l'invito-ultimatum che una settimana fa lo stesso Conte aveva rivolto ai due. Smentire premier e ministro dell'Economia non è cosa consueta, Ovvio quindi che a Conte non siano piaciute affatto le intemerate dei due vice dai quali attende risposte serie prima di sciogliere la riserva e continuare nel ruolo di premier. Domani, o forse martedì prima del consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio li incontrerà per chiedere loro a che gioco intendano giocare nelle prossime settimane. Trattandosi di mini-Bot - ovvero dei «soldi del Monopoli» con i quali magari pensare di pagare non solo le imprese ma anche il Reddito di cittadinanza o le pensioni - il quesito sembra ben posto.
Conte e Tria non intendono infatti avviare una trattativa con la Commissione Ue dovendosi difendere anche dal fuoco amico e il premier è convinto che bordate e annunci, fatti, smentiti e riproposti, rendano la posizione italiana ancor più debole a Bruxelles. La settimana che si apre è infatti decisiva per scongiurare i rischi di una manovra correttiva che Conte e Tria hanno escluso, ma che la Commissione vorrebbe per certificare l'avvenuta correzione del debito.
LE FICHES
Il rimpasto è quindi destinati a restare sullo sfondo o ad essere usato dalla Lega come arma di pressione e di destabilizzazione dentro i M5S. Come confermano l'agitazione di Toninelli, e soprattutto della Grillo, che potrebbero essere comunque sostituiti da altrettanti grillini.
Resta il fatto che i due vicepremier non sembrano aver voglia di abbassare i toni e ripetono lo schema delle ultime settimane con Salvini che lancia una provocazione e Di Maio che lo insegue. Prima di incontrare i suoi due vice Conte avrà a palazzo Chigi un faccia a faccia con lo Spitzenkandidat dei Popolari Manfred Weber. Un incontro che arriva in un momento delicato con Conte che cerca di scongiurare l'isolamento del Paese coltivando rapporti con i leader europei che i due vicepremier non hanno. Una preoccupazione, quella del rischio dell'emarginazione del Paese dagli incarichi più importanti in seno all'Unione, che è anche di Sergio Mattarella e dal presidente della Repubblica esplicitata anche nei recenti colloqui con Conte e Di Maio.
Un risultato positivo ai ballottaggi nei comuni potrebbe nuovamente spingere la Lega verso nuove pretese e rendere ancor più scomodo il compito di Di Maio all'interno del Movimento.
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