Autonomia, i conflitti d’interesse. Ruoli chiave ai tecnici del Veneto

Gli uomini del governatore Zaia nominati nella commissione sui fabbisogni standard

Autonomia, i conflitti d’interesse. Ruoli chiave ai tecnici del Veneto
di Andrea Bassi
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Martedì 23 Maggio 2023, 01:12 - Ultimo aggiornamento: 08:39

Con una casacca trattano per il Veneto. A Roma invece indossano quella istituzionale, dello Stato. L’occupazione strategica di tutti i posti cruciali per portare avanti il progetto autonomista di Veneto e Lombardia è quasi completa.

Pian piano, in silenzio, le leve fondamentali per portare a compimento l’autonomia differenziata e il trasferimento di ben 23 competenze statali alle due Regioni, stanno finendo nelle mani degli “Zaia-boys”. Sarà certamente legittimo, ma politicamente sgrammaticato.

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L’ultima nomina di rilievo è quella di Andrea Giovanardi, scelto dal ministro leghista degli Affari Regionali Roberto Calderoli, come componente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Qualche settimana fa, la presidenza di questa stessa Commissione è stata affidata alla professoressa Elena D’Orlando. 
Cos’hanno in comune questi due nomi? Entrambi fanno parte di un altro organismo: la Delegazione trattante del Veneto.

Sono gli uomini scelti dal governatore Luca Zaia per sedere al tavolo delle trattative con lo Stato per “scegliere” quali funzioni oggi svolte dai ministeri e gestite a livello centrale, dovranno passare alla Regione. Ovviamente portandosi dietro personale e soldi pubblici. 

IL DOPPIO RUOLO
Ma D’Orlando e Giovanardi non solo, come detto, tratteranno per il Veneto. Presidieranno ogni organismo strategico in tutti i futuri passaggi dell’autonomia, quelli che arriveranno dopo che il ddl Calderoli sarà approvato. La Commissione tecnica dei fabbisogni standard è uno di questi. Deve, semplificando molto, stabilire quanti soldi vanno a un certo territorio per gestire un determinato servizio. Anni fa, per esempio, la Commissione stabilì che al Sud non dovevano andare soldi per gli asili nido perché tanto domanda non ce n’era. Insomma, nel Mezzogiorno dei neonati si occupano le mamme, inutile dare soldi per i nidi. Ci sono voluti anni per ribaltare questa tesi strampalata. La Commissione tecnica, proprio in vista dell’autonomia alle Regioni, insomma, è fondamentale. Così come lo è un’altra Commissione, quella di 61 esperti decisa da Calderoli per determinare i Lep. Giovanardi e D’Orlando sono anche in questo organismo. Anzi.

Nella divisione del lavoro decisa dal presidente della Commissione, Sabino Cassese, sono stati assegnati al “sottogruppo” numero nove, quello che si occupa, ancora una volta, di soldi. E precisamente del «coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario». Che significa sostanzialmente quanta parte dei tributi che oggi appartengono allo Stato dovranno essere “devoluti” a Veneto e Lombardia per finanziare le funzioni che saranno trasferite. Un tema così importante che dello stesso sottogruppo fanno parte anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta. 
Oggi in Senato inizieranno le audizioni sull’autonomia. Visco e Mazzotta non sono nell’elenco di coloro che saranno ascoltati e, dunque, la loro versione rimarrà confinata nel chiuso delle stanze dove questi temi si discutono. Giovanardi e D’Orlando, invece, saranno ascoltati dalle Commissioni. Non è chiaro se in veste di “delegati” del Veneto o di componenti di una commissione statale.
 

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