Israele, il sindaco caccia gli operai arabi

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Venerdì 21 Novembre 2014, 06:08
LA CRISI
L'insofferenza degli israeliani verso la popolazione araba, dopo l'attentato alla sinagoga di martedì scorso (quattro rabbini e un poliziotto uccisi da due fanatici), si teme sia crescente. Ma, per fortuna, è ancora tale da suscitare scandalo nel Paese e non assuefazione. Itamar Shim'oni, il sindaco di Ashkelon, città al sud di Israele vicino alla Striscia di Gaza, ha deciso di vietare l'utilizzo di operai arabi nella costruzione di un progetto di rifugi antimissile negli asili della città. Le proteste sono state immediate: gli arabi rappresentano il 20% della popolazione, ed erano cittadini israeliani anche i due cugini palestinesi colpevoli del massacro nella sinagoga. Il sindaco ha spiegato alla radio di aver preso la decisione su invito pressante dei genitori preoccupati. Shim'oni ha anche ordinato che le scuole materne che si trovano vicino a cantieri che utilizzano operai arabi vengano sorvegliate da guardie armate.
«Non c'è posto per le discriminazioni contro gli arabi-israeliani» ha protestato il premier Benyamin Netanyahu, con una dichiarazione riportata dal Jerusalem Post: «Non dobbiamo discriminare un'intera popolazione a causa di una piccola minoranza violenta. La vasta maggioranza dei cittadini arabi-israeliani rispetta la legge, mentre noi agiamo risolutamente contro chi la infrange». L'azione risoluta di cui parla Netanyahu, in questi giorni è la demolizione delle case di chi ha commesso in Israele atti di terrorismo: ieri è stata preannunciata - il preavviso è di 48 ore - la distruzione di un'altra casa, quella in cui viveva Ibrahim al-Akkari, ucciso dopo aver investito con l'auto un gruppo di persone a Gerusalemme il 5 novembre scorso. Ieri gli ambasciatori di Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna, con un'iniziativa congiunta, hanno definito «controproducenti» le demolizioni delle case delle famiglie degli attentatori.
L'iniziativa ad Ashkelon ha avuto in Israele una condanna unanime. Dall'opposizione di sinistra in Parlamento la più energica: la decisione viene definita ingiustificata, illegale, razzista, stupida, immorale. E mentre il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato l'attentato della sinagoga, con una risoluzione che chiede a israeliani e palestinesi di cercare un «cammino di pace», si susseguono gli episodi di intolleranza. Come quello dell'insegnante di matematica che ha mandato ai suoi studenti, tramite WhatsApp, l'immagine di un cimitero musulmano con il commento: «Ci sono anche buoni arabi! E si possono trovare qui». Nel frattempo Lo Shin Beth, il servizio di sicurezza di Israele, ieri ha fatto sapere di aver sventato un piano di Hamas per uccidere il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman. Le tre persone arrestate, tutte originarie del villaggio di Harmala, vicino a Nokdim, in Cisgiordania, la colonia ebraica dove Lieberman vive, volevano lanciare un razzo contro la sua abitazione.
Fabio Morabito
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