E' stata rinviata di 10 giorni l'impiccagione di Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana

2 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Ottobre 2014, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 13:34

E' stata rinviata di 10 giorni l'impiccagione di Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana condannata a morte per aver ucciso l'uomo che stava tentando di stuprarla. Lo riferisce il sito di «Ihr», organizzazione per la difesa dei diritti umani in Iran che sta seguendo la vicenda. L'esecuzione della donna di 26 anni è stata solo «rinviata», sottolinea «Iran Human Rights» (Ihr) chiedendo una prosecuzione degli sforzi per far revocare la condanna. La giovane era stata arrestata nel 2007 per l'uccisione a coltellate di un dipendente del Ministero dei servizi segreti iraniano, Morteza Abdolali Sarbandi, che - secondo la più ricorrente sintesi delle argomentazioni della difesa - stava cercando di violentarla. Nel 2009 era stata condannata a morte applicando il «qesas», la legge del taglione, con sentenza confermata dalla Corte suprema quello stesso anno.

C'era già stato un rinvio dell'impiccagione il 15 aprile scorso. Ieri un appello disperato a salvare la ragazza è giunto dalla madre, Sholeh Pakravan, che attraverso l'agenzia Aki-Adnkronos International si è rivolta alle «mamme e ai politici italiani» e al Vaticano. «Chiedo alle mamme italiane di dimostrarmi la loro vicinanza e di attivarsi perché mia figlia torni a casa». «A me non è data la possibilità di mettermi in contatto con i governanti del mio paese - dice la donna - e chiedo quindi ai politici italiani che siano loro a fare arrivare la mia voce alle autorità iraniane. E chiedo al Pontefice di pregare per la mia bambina e al Vaticano di mettersi in contatto con le autorità religiose del mio paese, aiutando così una madre disperata».