Brasile, unione civile fra tre donne: «A noi i diritti di una famiglia classica»

Brasile, unione civile fra tre donne: «A noi i diritti di una famiglia classica»
di Paola Del Vecchio
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Martedì 27 Ottobre 2015, 03:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 13:20
Non più soltanto un soggetto da fiction per telenovelas, ora è anche una realtà che rischia di far saltare in aria in Brasile non solo la famiglia tradizionale ma perfino la monogamia. Infiamma l'opinione pubblica il caso di tre donne conviventi, che hanno legalizzato davanti a un notaio di Rio de Janeiro la loro “unione poliaffettiva stabile”, equivalente alle coppie di fatto, secondo la legislazione vigente dal 2003.

Sono un'imprenditrice e una dentista, di 32 anni, e un'amministrativa di 34, che dopo tre anni di convivenza hanno deciso di “sposarsi” nel secondo matrimonio a tre della storia del Paese, dopo quello contratto nel 2012 a San Paolo fra una cassiera, un'impiegata e un architetto. La scrittura - che va oltre l'atto notarile privato - firmata dalle tre partner, le riconosce come famiglia, in regime di separazione di beni. Nomina ognuna erede delle altre in caso di morte e concede a ognuna la potestà di decidere in caso di necessità di autorizzare cure mediche. Le coniugi si impegnano, inoltre, a riconoscere il futuro figlio, che l'imprenditrice intende procreare con inseminazione artificiale.



BATTAGLIA AL CONGRESSO

La polemica sull'unione ufficiale poliaffettiva scuote il Brasile, proprio mentre i deputati conservatori conducono al Congresso la battaglia per restringere le politiche pubbliche al modello di famiglia tradizionale, formato da un uomo e una donna e dalla prole.



«Siamo una famiglia. La nostra unione è frutto dell'amore. La legalizzazione è perché il bambino e nessuna di noi resti indifeso. Vogliamo avere gli stessi diritti degli altri». La legislazione brasiliana non ha strumenti specifici per tutelare o annullare questo tipo di unioni, il cui riconoscimento è basato sulla giurisprudenza stabilita nel 2011 dal Tribunale Supremo per riconoscere le coppie gay. Da parte sua, il notaio che ha legalizzato il trio, Fernanda de Freitas Leitäo, ha assicurato di sentirsi orgogliosa di aver aiutato le tre donne a realizzare il loro sogno. «Hanno tutto per formare una famiglia: amore, una relazione duratura, l'intenzione di avere figli». Anche se ammette che, per vedere riconosciuti i diritti, anche solo ad esempio per la stipula di un'assicurazione medica congiunta, le tre donne dovranno lottare nei tribunali.



La disputa non è inedita: Freitas Leitäo è stata il notaio che “sposò” il trio a San Paolo nel 2012 e dal 2000 ufficializza unioni di coppie omosessuali, molto prima che fossero riconosciute dal Tribunale Supremo.

Ma lo scontro sociale sul modello di famiglia è alto. «La poligamia non ha alcun sostegno costituzionale. Il principio di unione è limitato sempre a relazioni monogame, la società brasiliana non accetta matrimoni di tre persone, di qualunque sesso siano» ha tuonato il presidente dell'Associazione di Diritto di Famigliai, Regina Tavares.