VENEZIA (t.borz.) - «È un anno che facciamo lo yo-yo, siamo stati chiusi, ma non è cambiato niente». Andrea, 42enne titolare dell'Hostaria Vecio biavarol ai Tolentini, andrà contro il Dpcm, aprirà il suo locale per poter mangiare lui e i suoi tre figli minorenni. Profilo basso, il proprietario del locale non vuole ingigantire la cosa, vuole solo far capire che con l'insufficienza dei ristori, i costi che corrono e il prestito che si sta esaurendo, da qualche parte bisogna tornare a incassare. «I ristori sono stati insufficienti, dopo un anno mi chiedono ancora di chiudere, ma io devo pensare a mantenere i miei figli. Quando ripartirà il mutuo e i costi, finiranno le sospensioni, non ci sarà modo di affrontarle», continua l'esercente.
L'acqua alla gola si fa sentire, la necessità di dare un futuro alla propria famiglia è più forte della paura di andare contro le regole: «Ho chiesto il prestito garantito dallo Stato per pagare gli affitti, mangiare, andare dal dentista. Sono soldi che dovrò restituire e che ora stanno finendo, posso arrangiarmi fino a un certo punto, ma dove vado? sotto a un ponte?».
Andrea teme anche di perdere quanto creato con fatica: «Sono qui da sei anni, sono riuscito ad avviare il locale, ma sono fuori dai circuiti del grande turismo, ho il mio piccolo locale con la clientela fidata.