Lasciò il posto fisso per aprire un bar in paese 3 anni fa, Katia resiste e regala sorrisi

Katia Gelmini con la collaboratrice e un cliente: sorrisi per resistere alla crisi
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Martedì 9 Marzo 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:24

FONZASO Tre anni fa ha lasciato il lavoro a tempo indeterminato in Luxottica per un bar: ora, Katia Gelmini, giovane imprenditrice fonzasina, anche mamma di 4 figli, è alle prese con le chiusure, la pandemia, la crisi. Ma da dietro il bancone del suo “Bar Centrale” a Arten, sul tratto di strada provinciale davanti a piazza Italia, non si dà per vinta: chiede ai politici di uscire dai palazzi e di prestare maggior ascolto ai problemi reali e ha anche avviato un’iniziativa senza scopo di lucro per regalare un sorriso. LO SFOGO Nelle scorse settimane ha scritto al presidente Luca Zaia e all’assessore regionale Roberto Marcato. «Ho aperto il mio bar - spiega nella lettera - nel mio paese di quasi mille anime nel comune di Fonzaso rinunciando a una paga fissa, agli straordinari, agli assegni famigliari, in virtù di una partita Iva in cui credevo e credo ancor oggi fortemente». «Tutti noi - prosegue la barista - abbiamo rispettato le forme di tutela che ci avete illustrato, dal distanziamento all’igiene. Ho dovuto inventarmene di ogni tipo pur di allontanare i clienti tra loro, pregare di sedersi, impedirgli di bere di fronte al bar: lo stress è stato tanto, ma la tempo si poteva ancora definire una situazione di lavoro dignitosa». E prosegue: «Questo lavoro dignitoso ora non c’è più: i ristori sono sufficienti solo a pagare le tasse e non vedo lo stipendio da mesi. Come si può mantenere la calma in queste circostanze?». E conclude ricordando che «la politica è troppo distante dalle persone che non vivono nelle grandi città». La Regione ha risposto in tempi rapidi spiegando che «le risorse sono limitate» e che la situazione attuale «richiede uno sforzo enorme da parte di tutti». L’INIZIATIVA Quel che è certo è che la barista Katia non si ferma, anzi si sforza di portare aiuto anche a chi è solo. In questa direzione l’iniziativa attivata dal Bar Centrale, pubblicizzata anche sui social, “Lettere per un sorriso”, che vede la barista fare quasi da “postina” tra i paesi. «Insieme alle mie ragazze del bar - spiega - abbiamo pensato e concretizzato un’idea per combattere la solitudine che in questo periodo affligge molti, costretti a stare lontani per le regole anti-contagio. Invitiamo a scrivere su un biglietto, con scrittura chiara, un piccolo pensiero con il nome di un destinatario e poi imbucarlo nell’apposita scatola che c’è al bar. Lo si può anche mettete sotto la porta del locale, quando è chiuso. Ci pensiamo noi, poi, a recapitarlo con un sorriso. Si tratta di far capire che nessuno è solo. Con un sorriso e un saluto le giornate saranno più semplici da affrontare. Forza, aiutiamoci, diamoci una mano». Katia termina l’invito: «Basta provare, alla fine non costa nulla, solo un po’ di tempo, il foglietto di carta e l’inchiostro della penna, e la strada per arrivare al bar Centrale di Arten di Fonzaso». L’iniziativa non ha scopo di lucro e nessun costo e aperta a tutti: la barista consegnerà le lettere per un sorriso nei suoi spostamenti per lavoro. Valerio Bertolio © RIPRODUZIONE RISERVATA

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