Lo zio, la fuga e il suicidio: la Procura apre un'altra inchiesta

Il ponte dal quale si è gettato Simone Fasan
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Domenica 29 Agosto 2021, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 09:05

CASTELFRANCO - Due fascicoli per fare chiarezza sul giallo di Castelfranco. Oltre a quello per omicidio volontario (privo di indagati), la Procura di Treviso ne ha aperto un secondo relativo al suicidio di Simone Fasan, lo zio di Serena. Mercoledì notte, 25 agosto, il volo da oltre 100 metri dal ponte dei suicidi di Pieve del Grappa gli è stato fatale. Il gesto estremo dello zio non costituisce reato, certo, ma l'apertura del fascicolo è d'obbligo per appurarne le circostanze. A maggior ragione in questo caso in cui il tempismo ha lasciato tutti sgomenti. Una drammatica coincidenza? Oppure c'è un nesso ulteriore? Il sostituto procuratore Mara De Donà sembra propendere per la prima ipotesi. Il magistrato ha disposto una serie di accertamenti. A partire da un'ispezione sul corpo del 55enne, su cui non verrà eseguita autopsia, almeno per ora. Ma il quadro potrebbe cambiare a seconda dell'esito dell'altro esame autoptico: quello sul cadavere di Serena.

LA SITUAZIONE CLINICA
Il sostituto procuratore intende inoltre fare chiarezza sulla situazione clinica dell'artigiano. L'uomo, che lavorava in proprio come decoratore edile e viveva con l'anziana madre Assunta nella frazione di Salvarosa, aveva una storia di depressione alle spalle. Era in cura e pare assumesse regolarmente i farmaci che gli erano stati prescritti. Se ne approvvigionava anche nella farmacia in cui lavorava la nipote, quella all'interno del centro commerciale Giorgione. Quali, con che dosaggio e con quale efficacia sono aspetti che la Procura intende chiarire. Lo zio, in una condizione di fragilità pregressa, potrebbe non aver retto lo choc della morte della nipote. Anche se Laura, nuora di Simone e mamma di Serena, prende le distanze da questa versione, sostenendo che il cognato forse non aveva neppure avuto modo di capire del tutto quello che era successo a Serena qualche ora prima.

Negli ultimi giorni infatti appariva particolarmente assente per via della nuova cura a cui si stava sottoponendo e che non aveva ancora fatto effetto.

SCIOCCANTE DESTINO
«Era qui con noi quando abbiamo saputo di Serena - dice addolorata mamma Assunta - Non so cosa gli sia scattato. Voleva molto bene a sua nipote. Era un figlio straordinario. Cosa posso dire? Da mamma posso soltanto piangere per quello che è successo». La notizia della morte della farmacista è calata nell'abitazione di Salvarosa come una lama di ghigliottina. Erano le 7 di sera. Un'ora dopo Simone aveva la testa infilata in un cappio, giù in garage. Se n'è accorto il fratello Mirko, che lo ha salvato per un soffio. Ma non è bastato. Due ore dopo l'artigiano ha preso la macchina ed è scomparso nella notte. I familiari, allarmati, hanno chiamato subito i carabinieri e sono scattate le ricerche. Tutti temevano il peggio, visto il tentativo sfumato poco prima. E il peggio si è puntualmente avverato. L'auto era parcheggiata vicino al ponte dei suicidi di Pieve del Grappa, vuota. Il corpo di Simone è stato recuperato verso le 3 di notte dai vigili del fuoco, rimasti impressionati dal livido che aveva attorno al collo. Una tragedia nella tragedia per la famiglia Fasan e per l'intera comunità castellana, che in meno di 12 ore ha perso Serena e Simone, zio e nipote, accomunati dallo stesso destino di morte: inaspettata e sconvolgente per lei, cercata e infine ottenuta per lui.
 

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