POLESELLA - Un brutto episodio ha sconvolto la seconda giornata della Coppa Polesine di Terza categoria. Dopo presunti insulti razzisti di un isolato sostenitore dell'Abbazia, indirizzati ai tre giocatori di colore Kone, Keita e Diakite, l'allenatore e i giocatori del Polesella hanno abbandonato il terreno di gioco tra lo stupore generale.
La partita è ripresa dopo 10', l'arbitro ha convinto gli ospiti a rientrare e l'incontro è terminato. La sospensione è avvenuta sul 5-1 a favore dell'Abbazia, che ha poi dilagato fino al 9-1. Ma il rotondo risultato passa in secondo piano e rimane la brutta storia tutta da chiarire.
Da una parte, le pesanti accuse rivolte dall'allenatore del Polesella alla società di casa, che si difende e respinge tutto al mittente. Il tecnico della Giovane Italia, Cristiano Cappellari, è amareggiato: «Abbiamo sentito in campo e in panchina frasi vergognose indirizzate ai nostri giocatori, come devono affondare i barconi accompagnate da alcuni buu razzisti. I miei ragazzi si sono arrabbiati e ho deciso di ritirare la squadra, come dovrebbe succedere anche in Serie A quando si verificano simili comportamenti. Nei campi minori, poi, tutto è amplificato e quelle frasi si sono sentite benissimo». Cappellari rivela un retroscena: «Il tifoso dell'Abbazia a fine gara si è scusato e ha abbracciato i tre giocatori di colore. Poi al bar del campo ha pagato da bere a tutti: sono nel calcio da tanti anni e non ho mai visto scene del genere».
SONO BRAVI RAGAZZI
Nonostante il mea culpa del tifoso, gli atleti sono rimasti scossi come spiega l'allenatore: «Conosco le storie di Kone, Keita e Diakite: so che nella traversata in mare hanno rischiato di morire e hanno perso degli amici. In Polesine si sono integrati bene, lavorano e sono bravi ragazzi, non meritavano quelle frasi». Il dirigente del Polesella, Nicola Girotti, assicura che «l'arbitro Roca di Rovigo ci ha riferito di aver sentito due frasi spiacevoli e che le annoterà nel rapportino di fine gara».
Nel parapiglia della momentanea sospensione, pare che lo stesso arbitro abbia richiesto l'intervento dei Carabinieri, ma il presidente dell'Abbazia Gianpietro Trevisan smentisce e fa crollare le accuse del Polesella: «Non abbiamo capito il motivo dell'uscita dal campo.