I rifugiati in fuga dall’Ucraina riceveranno 28 euro al giorno sotto forma di “pocket money”, esattamente come succedeva e succede con i richiedenti asilo che arrivano (ancora oggi) dalla Rotta balcanica o via mare. Ma la “diaria” spetterà soltanto a chi entrerò a far parte del sistema pubblico dell’accoglienza. Tradotto, non ne avrà diritto il cittadino ucraino che grazie a suoi contatti privati è ospitato da famiglie non connesse alla macchina dell’assistenza. E ancora: saranno i Comuni a doversi occupare dell’erogazione dei contributi. Sono alcuni dei dettagli fondamentali discussi ieri dal prefetto di Pordenone, Domenico Lione, con i sindaci del territorio. Ma in realtà valgono per tutti.
IL FENOMENO
Oltre tremila, i transiti attraverso i valichi di Tarvisio e Trieste negli ultimi giorni.
SCUOLA
«Il Friuli Venezia Giulia si mobilita per dare una prima risposta concreta ai giovani ucraini in fuga dalle zone di guerra: grazie a un accordo con l’intera offerta accademica regionale, almeno 21 tra studenti e ricercatori saranno ospiti delle istituzioni dell’alta formazione per la continuazione del loro percorso accademico. Ringrazio i rettori dei tre atenei e i direttori dei conservatori di musica per la collaborazione e il sostegno anche in questa drammatica circostanza», ha detto ieri l’assessore regionale Alessia Rosolen. Sono coinvolti tutti gli Atenei e i conservatori. È al lavoro anche l’Ufficio scolastico regionale per organizzare la frequenza nelle scuole precedenti l’università.
L’ORGANIZZAZIONE
Il valico maggiormente sotto pressione è sempre quello di Fernetti, tra Opicina e Sezana, sul Carso. Il prefetto di Trieste, Annunziato Vardè, ha anticipato i tempi annunciando un primo punto tamponi nei locali della Questura alla frontiera. Ieri, durante la Conferenza delle regioni di cui è presidente, Massimiliano Fedriga ha formalmente sottoposto al governo Draghi «l’esigenza di dar vita ad un sistema organizzativo alle nostre frontiere anche con il coinvolgimento del ministero della difesa e l’ausilio delle forze armate». Quindi i militari al confine per governare i flussi, previsti in aumento. «La prima operazione importante riguarda la comprensione del fenomeno - ha aggiunto l’assessore alla Protezione civile, Riccardo Riccardi -: dobbiamo capire se saremo di fronte a centinaia o migliaia di persone». Intanto è ormai attivo il punto-ristoro della Protezione civile al valico di Fernetti. Acqua, i primi viveri. «E la colonna è pronta a partire per allestire all’estero il primo campo profughi», ha spiegato sempre Riccardi. Infine ieri al polo di Palmanova sono arrivati i primi farmaci e dipositivi sanitari - provenienti dall’Emilia Romagna - che partiranno alla volta dei luoghi interessati dall’esodo del popolo ucraino.