Uno schianto violentissimo, le fiamme, le urla. Nella notte due treni si sono scontrati frontalmente nei pressi del villaggio di Tebi, poco fuori Larissa, nella Grecia centrale, causando la peggiore strage ferroviaria nella storia del Paese: almeno 41 morti, più di 130 feriti e un numero imprecisato di dispersi forse rimasti stritolati nelle carrozze 2 e 3 del treno passeggeri, carico di studenti universitari che tornavano a casa. Quest'ultimo correva verso Salonicco quando si è trovato di fronte un treno merci destinato a Larissa: i due convogli erano finiti probabilmente per errore umano o negligenza sulla stessa tratta, ma in direzione opposta.
L'incidente
I soccorritori si sono trovati di fronte uno scenario apocalittico: vagoni «polverizzati» e in fiamme dove non era possibile tirar fuori le persone - in sette sono morti carbonizzati, secondo l'ultimo bilancio - cadaveri e feriti scaraventati a 40 metri dalle carrozze in mezzo alla campagna.
Nove sarebbero morti, mentre un gran numero di vittime sull'Intercity erano studenti universitari poco più ventenni che rientravano a Salonicco da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso. Quasi subito il dito è stato puntato sulle numerose e croniche deficienze del sistema ferroviario ellenico: carenza di personale, infrastrutture antiquate, mancanza di manutenzione, come denunciato dai sindacati. Una rete ferroviaria dove spesso non funzionano i semafori e dove il traffico è ancora in gran parte regolato dalle telefonate tra i vari capistazione che danno il via libera ai treni in transito. Per l'esperto di sicurezza ferroviaria Anastasios Dedes, intervistato dalla tv pubblica greca Ert, il treno passeggeri «doveva vedere segnali che indicassero se la linea era libera o meno. Ma questi semafori erano fuori uso. Da quanto ne so, l'impianto esiste, sui treni e sulla linea, ma non è stato potenziato e messo in funzione, con il risultato che i treni sono lasciati agli ordini dei capistazione e si muovono alla cieca. Lo stesso vale per il traffico nell'altra direzione perché neanche i semafori dall'altra parte hanno funzionato, provocando questo incidente», ha detto, sottolineando che questi sistemi non funzionano da più di 15 anni.
Le proteste
Le ferrovie greche sono gestite da Trainose, la società delle ferrovie greche di proprietà dal 2017 di Ferrovie dello Stato, sulla quale corrono - due volte al giorno tra Atene e Salonicco - due Freccia Bianca ad alta velocità, non coinvolte però nella catastrofe. L'inchiesta, scattata immediatamente, ha portato intanto all'arresto del 59enne capostazione di Larissa accusato di omicidio colposo per negligenza e lesioni personali sempre per negligenza, ma che secondo Ert si è difeso dicendo di aver premuto il pulsante per attivare uno scambio, che tuttavia non avrebbe funzionato. Secondo altre fonti avrebbe invece già ammesso le sue responsabilità. Di fronte all'ondata di indignazione e proteste - dai lavoratori del settore agli studenti di Salonicco, fino ai partiti d'opposizione - che si è affiancata quasi subito allo strazio, si è dimesso anche il ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis. «Sono in politica da qualche anno - ha dichiarato in una nota - ma considero un elemento necessario della nostra democrazia che i cittadini del nostro Paese abbiano fiducia nel sistema politico. Questa si chiama responsabilità politica. Per questo rassegno le mie dimissioni dalla carica di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ô quello che sento di dover fare come minimo segno di rispetto» per la vittime.
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