Scontro all'Onu sugli aiuti ai siriani: Russia e Cina si oppongono. L'ambasciatrice Usa: «Sono in stato di choc»

L'ambasciatrice Usa all'Onu, Kelly Craft
di Anna Guaita
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Venerdì 20 Dicembre 2019, 22:03
NEW YORK – «E’ una scelta sconsiderata, crudele e irresponsabile» reagisce Kelly Craft, ambasciatrice Usa all'Onu, pochi minuti dopo che Cina e Russia hanno bloccato una risoluzione Onu che avrebbe esteso per un anno gli aiuti ai civili siriani nelle zone ancora sotto il controllo dei ribelli. E’ la 14esima volta che Mosca blocca una risoluzione di aiuti alla Siria da quando è cominciata la guerra civile nel 2011.
 
La proposta di aiuti era stata preparata da Belgio, Germania e Kuwait, membri a rotazione del Consiglio di Sicurezza, ed era in discussione da una settimana. Il terzetto sapeva di avere il sostegno degli altri sette Paesi membri a rotazione, nonché di tre Paesi membri permanenti, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Ma siccome Cina e Russia sono anch’essi membri permanenti, hanno diritto di veto, e lo hanno esercitato, sostenendo invece una diversa risoluzione.
 
Il terzetto Belgio-Germania-Kuwait proponeva di estendere di almeno un anno l’accordo di far passare gli aiuti umanitari ai civili siriani attraverso i valichi di frontiera della Turchia, Giordania e Iraq, e aumentava tali passaggi da quattro a cinque.
 
La Russia, fiancheggiata dalla Cina, si è opposta sostenendo che la situazione in Siria va migliorando e non c’è bisogno di aumentare gli aiuti. Invece i due hanno proposto di rinnovarli solo per sei mesi e ridurre i passi di frontiera da quattro a due.
 
Senonché il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha annunciato solo un giorno fa che invece la situazione delle popolazioni civili nelle aree ancora sotto i ribelli sta peggiorando e i soccorsi sono quanto mai necessari e urgenti: «L’aiuto che forniamo da sei anni attraverso i valichi di frontiera - ha detto Guterres – è vitale per almeno 4 milioni di persone. E non abbiamo altro modo di aiutarle».
 
Davanti al rifiuto russo-cinese, ieri l’ambasciatrice Usa all’Onu Kelly Craft ha detto di essere «in uno stato di shock» e di temere che il blocco imposto agli aiuti avrà «un effetto disastroso».  Dal canto suo la collega britannica Karen Pierce ha lamentato che il veto russo sia solo una manovra politica per «confermare la loro narrativa dei fatti, e cioè che secondo loro le cose in Siria stanno migliorando, mentre in realtà nulla è materialmente cambiato, da rendere superflui gli aiuti attraverso i valichi».
 
L’attuale accordo per gli aiuti scade il 10 gennaio, data oltre la quale verranno interrotti i soccorsi alimentari per 4,3 milioni di persone e quelli medici per 1 milione e mezzo di individui.



 
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