Russia annulla tutte le commemorazioni di maggio: «Rischio terrorismo». Ma dietro la decisione il timore di Putin del dissenso

Cancellati i cortei per la Festa del lavoro le parate militari del 9 maggio

Russia annulla tutte le commemorazioni di maggio: «Rischio terrorismo». Ma è Putin che teme il dissenso
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Martedì 2 Maggio 2023, 18:24 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 14:05

Cancellati i cortei per la Festa del lavoro, le parate militari del 9 maggio per celebrare il Giorno della vittoria, annullato anche il popolarissimo Reggimento immortale, evento nel quale vengono ricordati i cittadini che a vario titolo hanno combattuto nella Seconda guerra mondiale (per i russi Grande guerra patriottica). La decisione è stata presa per motivi di sicurezza, come informa la Tass riportando le parole della deputata della Duma Elena Tsunaeva.

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Maggio è tradizionalmente un mese di festeggiamenti pubblici in Russia, ma non quest’anno. Il principale sindacato russo ha annullato le sue tradizionali manifestazioni del Labor Day a causa del «maggiore rischio di attività terroristiche», mentre le regioni vicino al confine ucraino hanno abolito le parate del Giorno della Vittoria per «non provocare» l’esercito di Kiev.

Commemorazione web

Il Cremlino ha messo in guardia la popolazione, invitando le persone a non avvicinarsi a installazioni militari nel Giorno della Vittoria, mentre il Reggimento immortale, da sfilata dei cittadini di tutta la Russia che marciano con i ritratti dei parenti deceduti, si è trasformato in una commemorazione web, come nei due anni di epidemia Covid: le fotografie saranno pubblicate sui social network, su muri virtuali, appuntate sui vestiti o esposte sui finestrini delle auto. Il presidente Vladimir Putin, nel 2022, ha partecipato alla marcia sulla Piazza Rossa mostrando una fotografia di suo padre, che partecipò appunto alla cosiddetta Grande guerra patriottica. La minaccia terroristica paventata dalla Duma viene presumibilmente dall’Ucraina: i media russi hanno riferito il 24 aprile che un drone abbattuto delle forze di Kiev è stato trovato a trenta chilometri da Mosca, anche se secondo gli osservatori appare remoto che la difesa aerea russa non sia in grado di garantire la sicurezza sui cieli della capitale durante la più imponente celebrazione patriottica del Paese, in particolare nel momento in cui Putin alimenta i sentimenti nazionalisti per ottenere consenso nella guerra in Ucraina.

Un attacco di droni nemici sulla Piazza Rossa durante la parata militare del Giorno della Vittoria sarebbe umiliante per il presidente, tuttavia pare più probabile che sia preoccupato per la partecipazione dei cittadini al Reggimento immortale. Le cifre ufficiali russe indicano meno di 6.000 vittime dal giorno dell’occupazione, l’Ucraina sostiene che hanno perso la vita 150 mila militari russi e le stime occidentali (conservative) si aggirano intorno ai 60 mila soldati uccisi, più del triplo dei 15 deceduti nei dieci anni di guerra afghana.

 

Dissenso

Le preoccupazioni sono aumentate notevolmente dopo l’attentato di San Pietroburgo che è costato la vita al blogger pro-Cremlino Vladlen Tatarsky. Da qui le celebrazioni del primo maggio in tono dimesso, con piccoli raduni nelle città dove peraltro alcuni cittadini si sono presentati con striscioni contro la guerra. A San Pietroburgo un uomo di 76 anni è stato arrestato per avere esposto un cartello con il tradizionale slogan “Pace, lavoro, maggio” corredandolo con il simbolo Z in rosso. Per gli analisti internazionali, insomma, la preoccupazione di Putin non sarebbe tanto la sicurezza della popolazione quanto la necessità di spegnere qualsiasi voce critica sul conflitto, benché ogni segnale di aperto sostegno all’Ucraina sia stato ridotto ai minimi termini e la minaccia di una rivolta inattuabile. Tuttavia mentre le proteste pubbliche vengono preventivamente soppresse, il dissenso e il conflitto interno si sono insinuati negli ambienti militari. In un’intervista di un’ora e mezza rilasciata lo scorso 29 aprile a un blogger militare, Yevgeny Prigozhin - il leader della brigata Wagner - si è lamentato delle condizioni catastrofiche in cui versa l’esercito russo e ha affermato che «è giunto il momento di smettere di mentire alla popolazione della Federazione Russa dicendo che va tutto bene». Ha definito sarcasticamente il conflitto «la cosiddetta operazione militare speciale», critica tutt’altro che velata al divieto di Putin sull’uso della parola guerra. Prigozhin ha anche minacciato di ritirare i suoi uomini dalla città ucraina di Bakhmut, che l’esercito di Mosca sta cercando di conquistare da nove mesi. Il 25 aprile i soldati dell’esercito privato di Gazprom, Potok, hanno inviato un video al presidente lamentandosi di essere stati trasferiti in un altro esercito privato (Redut) e poi minacciati di fucilazione dai soldati del gruppo Wagner se si fossero ritirati dalle loro posizioni.

I blogger

E critiche a Putin arrivano anche dai blogger militari nazionalisti. Il celebre Igor Girkin condanna apertamente la mancanza di determinazione del presidente nell’usare tutta la potenza militare della Russia in Ucraina. Quando il 2 aprile Vladlen Tatarsky è stato ucciso nell’attentato in un caffè di San Pietroburgo, il governo russo ha accusato i «terroristi ucraini», Prigozhin ha affermato invece che l’attacco è stato probabilmente causato da lotte interne tra «radicali russi». Putin non ha risposto pubblicamente ad alcuna di queste dichiarazioni, però esporre uno striscione che inneggia alla pace comporta l’arresto e gli intellettuali critici sulla guerra rischiano 25 anni di prigione. Per Putin qualsiasi protesta è fonte di instabilità al suo potere, da qui le repressioni che scattano al primo segno di pacifico dissenso civile. Il suo timore è mostrare segni di debolezza che i suoi detrattori potrebbero sfruttare.

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